L’Uefa condanna il Manchester City: fuori dalla Champions per due anni

Il processo ai danni del Manchester City si è concluso con l’esclusione del club dalla Champions League per due stagioni: i motivi della sentenza.

(Getty Images)

Si è concluso il processo ai danni del Manchester City per le accuse di frode delle regole Uefa rispetto al Fair Play finanziario. Dopo aver riscontrato la violazione, l’organo di controllo finanziario dei club della Uefa ha deciso di escludere la squadra inglese dalle prossime due edizioni della Champions League ed ha sancito una multa di 30 milioni di euro. A quanto pare le prove riscontrate nel corso delle indagini avrebbero dimostrato chiaramente che la squadra di Manchester ha gonfiato gli ingressi relativi allo sponsor principale (Etihad) per rientrare nei limiti di spesa imposti dall’Uefa.

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Secondo i documenti presentati dall’accusa, solo una parte dei ricavi annui presentati dai Citizen provenivano dalla compagnia aerea (8 milioni). La maggior parte dei ricavi a bilancio sarebbero stati aggiunti dal presidente del club Mansour bin Zayed al-Nahyan. Lo sceicco di Abu Dabhi avrebbe rifornito – spacciandoli per ricavi derivanti dallo sponsor – la squadra di liquidi provenienti dalla compagnia di auto di famiglia, l’Abu Dhabi United Group (circa 60 milioni di euro).

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Manchester City non accetta la sentenza: “Ricorreremo in giudizio”

Le accuse ai danni del City sono state formulate in seguito ad un’indagine richiesta dalla stessa Uefa nel 2018. Il massimo organo europeo del calcio professionistico ha cominciato a sospettare di una possibile frode quando il quotidiano ‘Der Spiegel‘ ha pubblicato una serie di mail leakate da un informatore anonimo. Proprio in queste mail sarebbero contenute le prove che hanno portato alla condanna odierna. L’Uefa aveva già preso provvedimenti contro il club britannico bloccandone il mercato, ma l’esclusione dalla Champions è una mazzata decisamente maggiore. In questo modo, infatti, la squadra non potrebbe beneficiare dei proventi derivanti alla partecipazione alla massima competizione europea.

Proprio il fatto che tutta la tesi accusatoria si basa sulle mail trafugate dall’hacker è ciò che i legali del club contestano. In primo luogo perché le accuse sarebbero basate su documenti giunti in possesso del quotidiano tedesco in modo illecito; in secondo luogo poiché queste sarebbero state volutamente estrapolate dal contesto per fare apparire la società colpevole. In una nota pubblicata dal City si legge che la dirigenza ricorrerà all’arbitrato il prima possibile: “Il club ha sempre anticipato la necessità stringente di affidare ad un organo e processo per giudicare in modo imparziale il vasto corpo di prove inconfutabili a supporto di questa posizione. Semplicemente l’Uefa ha iniziato il caso, l’Uefa ha svolto le indagini e l’Uefa ha giudicato”.

Fabio Scapellato

 

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