Francia blocca l’esportazione del ‘Cristo deriso’: “E’ tesoro nazionale”

Trovato casualmente a casa di un’anziana, il ‘Cristo deriso’ di Cimabue era stato venduto all’asta, ma il governo francese ne ha vietato l’esportazione.

Per anni quel dipinto su tavola di legno era passato inosservato, come se si trattasse di una raffigurazione di Cristo qualsiasi. Persino la proprietaria dell’opera, una donna francese anziana, era ignara del suo reale valore economico e lo aveva appeso in cucina per il suo valore simbolico e religioso. Dopo 30 anni di affissione sopra i fornelli della donna, la responsabile di una casa d’aste ha notato che quel dipinto aveva delle caratteristiche degne di nota.

Dallo stile sembrava risalente al periodo medievale e per questo motivo lo hanno fatto analizzare. Gli esperti non hanno solamente confermato la sua impressione, ma le hanno comunicato che si trattava di un dipinto del maestro italiano Cimabue e risaliva al 1200. La responsabile della casa d’aste, lo ha quindi messo in vendita lo scorso ottobre e lo ha venduto a 24 milioni di euro, la cifra più alta mai pagata per un dipinto medievale.

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La Francia blocca la vendita del ‘Cristo deriso’ di Cimabue

Il dipinto sarebbe dovuto giungere al compratore negli Usa, ma la spedizione è stata bloccata dal governo francese. Il ministro della Cultura, infatti, ritiene l’opera d’arte un tesoro nazionale. Per questo motivo vorrebbe comprarlo e successivamente esporlo al Louvre, museo nel quale si trova già la ‘Maestà’ di Cimabue, accanto alla quale sarebbe esposto. Per poterlo acquistare, però, il governo deve versare una cifra onerosa e per farlo ha tempo 30 mesi. A tal proposito il ministro Franck Riester è sufficientemente positivo: “Ci dà il tempo per mobilitare tutti gli sforzi volti a far restare quest’opera eccezionale nelle nostre collezioni nazionali”. Si pensa che il Cristo deriso facesse parte di un dittico nel quale erano presenti 8 tavole rappresentanti la passione e la crocifissione di Cristo.

Fabio Scapellato

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