Zehra Dogan, chi è: età, carriera e vita privata dell’artista curda

Conosciamo meglio la storia di Zehra Dogan: ecco tutte le curiosità sulla sua carriera e vita privata

Zehra Dogan chi è

Zehra Dogan nasce a Diyarbakir nel 1989 e si diploma in Arte e Design presso l’Università Dicle. Artista e giornalista curda con cittadinanza turca, è la direttrice di Jinha, un’agenzia di stampa curda femminista con un personale tutto femminile. Nel 2016 Dogan ha vissuto a Nusaybin, una città turca al confine con la Siria, venendo arrestata in un bar a luglio. Nel marzo successivo è stata assolta dall’accusa di appartenenza a un’organizzazione illegale. Successivamente è stata condannata a 2 anni, 9 mesi e 22 giorni di carcere per aver pubblicato un dipinto sui social media: in carcere per aver dipinto la distruzione della città di Nusaybin. L’artista di strada Banksy ha espresso più volte solidarietà dedicandole anche un murale a New York.

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Chi è Zehra Dogan: vita privata

Nei giorni scorsi a Brescia è stata inaugurata la prima mostra in Italia dell’artista con circa 60 opere dopo più di due anni di carcere in Turchia.  La curatrice della mostra, Elettra Stamboulis, ha svelato diversi dettagli della vita privata di Dogan: “Se vogliamo trovare un’etichetta, femminista è la prima identità di Zehra, che si è formata all’università di Diyarbakir in Arte, e ha poi proseguito giovanissima nella carriera di giornalista impegnata sul fronte. Per lei non c’è soluzione di continuità tra arte e vita, tra impegno politico e relazione. Questa idea è talmente radicata, che quando è stata imprigionata per un disegno, ha creato nelle tre carceri in cui è stata via via trasferita una comunità di co-creazione con le detenute che ha incontrato. Non parlo di laboratori d’arte, peraltro non ammessi”. Infine, ha rivelato altri dettagli: ““Jinha” era l’agenzia stampa fondata da Zehra Doğan l’8 marzo 2012. Si tratta di un percorso veramente originale, in cui tutto il personale coinvolto erano solo donne: l’obiettivo era “superare il sessismo nei media, la vita” e dare “una prospettiva di visibilità delle donne e dare voce a tutte le donne”. Formata da una rete di giornaliste e volontarie in Turchia, Rojava e Kurdistan iracheno, così come al di fuori del Kurdistan pubblicava notizie, con foto e video, in lingua curda, turca e inglese”.

 

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