Angelo Vassallo: il mistero dell’assassinio del sindaco pescatore

Angelo Vassallo, primo cittadino di Pollica, venne ucciso sotto casa sua il 5 settembre 2010: il mistero dell’assassinio del sindaco pescatore.

(screenshot video)

Sono passati oltre 9 anni dall’assassinio di Angelo Vassallo, primo cittadino di Pollica, in provincia di Salerno. Ad oggi, ancora non si è fatto luce sui mandanti e il movente dell’omicidio. Ambientalista, esponente del Pd proveniente dalla Margherita, viene ricordato come il “sindaco pescatore”. Angelo Vassallo è stato ucciso in un agguato avvenuto la notte del 5 settembre 2010 nella frazione Acciaroli, rinomata località turistica del Cilento. Il cadavere dell’uomo è stato trovato nella sua auto.

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Chi era Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica

Nel Cilento era conosciuto come il ‘sindaco-pescatore’ per la sua attività principale. Vassallo da sempre aveva improntato la sua azione politica a difesa dell’ambiente. Era iscritto al Partito democratico anche se negli ultimi tempi aveva assunto una posizione abbastanza critica. Non aveva mai nascosto di preferire un maggiore decisionismo nell’azione politica. Eletto per la prima volta sindaco nel 1995, nel 2010 era alla quarta rielezione.

Si era infatti candidato a marzo 2010, unica lista in campo la sua, raccogliendo 1286 voti su 1680 votanti, con 394 schede non valide. L’affluenza oltre il 70% dimostrava l’affetto di cui godeva all’interno della cittadinanza. Il giorno dopo il suo omicidio, i negozi abbassarono le serrande, proclamando spontaneamente il lutto cittadino. A rendere omaggio al ‘sindaco pescatore’ si era recato anche Pier Luigi Bersani, allora segretario nazionale del Pd, partito al quale Vassallo era iscritto.

Il dolore per la morte di Angelo Vassallo e l’inchiesta sulla sua morte

Ai funerali, la dura omelia del vescovo di Vallo della Lucania, monsignor Rocco Favale: “Chi ha ucciso ha atteggiamenti più simili alle bestie che agli uomini. Mi auguro che non siano mescolati tra noi o che siano sprofondati sulle loro poltrone a guardare in tv questa grande manifestazione di affetto per Angelo”. Grande il dolore, ma anche la rabbia per la morte del primo cittadino. Suo fratello Dario Vassallo (presidente della “Fondazione Angelo Vassallo”), un anno dopo la sua morte, dichiarò: “A questo punto ho molti dubbi che si possa giungere alla verità”.

Una frase profetica la sua: 9 anni dopo, non si sa ancora chi abbia premuto il grilletto per uccidere il ‘sindaco-pescatore’. Nel dicembre 2012, un collaboratore di giustizia fece il nome di Bruno Humberto Damiani, soprannominato “ò brasiliano”, il cui coinvolgimento nel delitto era già venuto fuori qualche giorno dopo il fatto di sangue, nel settembre 2010. Sostenne che il movente del delitto fosse legato a inimicizia personale. Bruno Humberto Damiani è unico indagato per l’omicidio di Angelo Vassallo praticamente fino allo scorso anno.

Gli ultimi sviluppi nelle indagini

A luglio del 2018, una nuova svolta nelle indagini. Infatti, un avviso di garanzia per rendere interrogatorio da indagato per l’omicidio a Lazzaro Cioffi. Si tratta di un carabiniere ritenuto colluso con il clan Caivano. A rendere possibile la svolta nelle indagini è il pm Leonardo Colamonici. Secondo quanto si apprende, prima dell’arresto, Cioffi dal 1991 aveva lavorato nel nucleo investigativo di Castello di Cisterna.

Ma è stato davvero Cioffi a uccidere il ‘sindaco pescatore’ e soprattutto perché? Secondo la trasmissione ‘Le Iene’, Angelo Vassallo la mattina dell’omicidio aveva chiamato il procuratore di Vallo della Lucania, Alfredo Greco, per chiedergli un incontro urgente. Incontro che non avvenne mai. Stefano Pisani, l’attuale sindaco di Pollica, è convinto che dietro quella chiamata si nasconda il movente del delitto: “Probabilmente ha conosciuto dei fatti non comodi e questi hanno scatenato una reazione”.

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