Tiziana Cantone, dagli USA parte l’inchiesta sui filmati in rete: coinvolti 100 italiani

In Italia ancora non si muove nulla, mentre gli USA è partita una nuova indagine sulla diffusione dei filmati di Tiziano Cantone

Tiziana Cantone
Screenshot video

Il caso di Tiziana Cantone ancora non è stato chiuso. La mamma della povera ragazza, che si è suicidata dopo la diffusione di alcuni filmati amatoriali, vuole giustizia. Come svelato dall’edizione de “Il Mattino” negli USA è stata aperta un’altra indagine con nove indirizzi IP, collegati a sette account di siti porno che avrebbero pubblicato i filmati privati senza consenso. Inoltre, novantasei li avrebbero guardati senza denunciare dopo aver appreso del suicidio della giovane donna.

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Tiziana Cantone, dagli USA parte l’inchiesta sui filmati in rete

La stessa madre di Tiziana, Maria Teresa Giglio, ha tenuto a ribadire ai microfoni di Adnkronos: “Finalmente qualcosa si è mosso a livello internazionale grazie alle leggi che ci sono negli Usa”. Poi ha aggiunto: “A tre anni dalla sua morte: è assurdo che in Italia nessuno faccia niente. Lo Stato non fa molto, hanno approvato la legge sul revenge porn che però è incompleta perché servono delle regole nuove, a cominciare da Facebook. Non possono più girarsi dall’altra parte dicendo che non hanno un obbligo di controllo preventivo”. Infine, ha concluso: “Si chiama Metodo M. Questo team si occuperà di individuare sia i server che pubblicano questi video illegali, tra cui ce ne sono anche alcuni cinesi, sia di denunciare l’azienda che li nasconde, che ne garantisce l’anonimato ovvero fa in modo che i responsabili dei vari siti non vengano individuati. Ci vogliono leggi che valgono in tutti i Paesi e devono responsabilizzare questi colossi che non possono passarla liscia. Mia figlia è ancora in Rete perché fa ancora guadagnare tanto. Due server stanno a Milano, anzi la maggior parte sono italiani”.

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