Nadia Orlando, a due anni dall’omicidio, la mamma: “Me la prendo con Dio”

Nadia Orlando
Nadia Orlando (Facebook)

Nel 2017 Nadia Orlando venne uccisa dal fidanzato e dopo due anni dall’omicidio il Tribunale del Riesame ha disposto per lui gli arresti domiciliari

La sera del 31 luglio 2017, Nadia Orlando sale sull’auto del suo ex fidanzato, Francesco Mazzega, convinta di stare per affrontare solo l’ennesima, inutile lite. Ma non accadrà solamente questo. Mazzega uccise Nadia in quella macchina, nei pressi del fiume Tagliamento, proprio a Dignano, dove entrambi vivevano. Alle 9 del mattino, poi, il 36enne si diresse alla sede della Polstrada di Palmanova per costituirsi dando il via a una delle vicende giudiziarie più discusse degli ultimi anni.

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Nadia Orlando: a due anni dalla morte la famiglia ritiene di non aver avuto ancora giustizia

Francesco Mezzega si costituì poco dopo aver tolto la vita a Nadia Orlando e passò in carcere solo qualche settimana. Venne ricoverato, infatti, presso una struttura ospedaliera a Udine nel reparto di psichiatria. Successivamente, è stato portato nel carcere della città ma vi è rimasto per poco tempo, prima di essere trasferito a Pordenone. Anche dal penitenziario del comune il detenuto è andato via presto, il 29 agosto del 2017, a solo un mese dall’efferato femminicidio, grazie alla sentenza del Tribunale del Riesame. Da allora Francesco Mezzega si trova agli arresti domiciliari, sorvegliato tramite braccialetto elettrico. La scelta del rito abbreviato, inoltre, ha fatto sì che la condanna fosse ridotta a soli 30 anni di reclusione. La Corte di Cassazione ha stabilito che il processo di appello verrà officiato in Corte d’Assise d’Appello a Trieste ma per quanto riguarda la data non è ancora chiaro quando sarà fissata. La madre di Nadia Orlando, a due anni dalla sua scomparsa, ha affidato i suoi sentimenti a una lettera: “Da due anni stiamo recitando una vita normale. Lo dobbiamo fare e basta, non abbiamo alternative”, ha raccontato Antonella Zuccolo. La donna ha anche confessato come il dolore abbia fatto vacillare la sua fede: “Faccio il segno della croce, inizio a pregare e poi mi blocco. Me la prendo anche con Dio: ‘Cosa ti abbiamo fatto per meritarci questo’”.

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Marta Colanera

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