La Corte di Giustizia Ue contro i rimpatri per chi rischia la vita, tra i primi a commentare c’è il ministro Matteo Salvini: “Non cambio idea”.
No ai rimpatri e ai respingimenti per un rifugiato in fuga da un Paese in cui rischia la tortura o altri trattamenti inumani vietati dalla Convenzione di Ginevra, sebbene lo status di rifugiato gli venga negato o revocato dallo Stato ospitante per validi motivi di sicurezza. Questo in sintesi il contenuto di una sentenza della Corte di giustizia dell’Ue, arrivata oggi, e alla quale ha subito replicato il ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini.
Se vuoi seguire tutte le nostre notizie in tempo reale CLICCA QUI
Cosa dice la sentenza e la reazione di Salvini
“Ecco perché è importante cambiare questa Europa, con il voto alla Lega del 26 maggio. Comunque io non cambio idea e non cambio la Legge: i ‘richiedenti asilo’ che violentano, rubano e spacciano, tornano tutti a casa loro. E nel Decreto Sicurezza Bis norme ancora più severe contro scafisti e trafficanti”, sono le parole di Matteo Salvini a commento della sentenza giunta oggi. In sostanza, la Corte riprende la Carta dei diritti fondamentali dell’Ue che vieta il respingimento di un cittadino di uno Stato extra-Ue o apolide verso un paese in cui vita o libertà personali sono a rischio.
A chiamare in causa la Corte di giustizia Ue, un cittadino ivoriano e uno congolese, nonché una persona di origine cecena, condannati per un reato grave e/o ritenuti una minaccia per la sicurezza in Belgio e Repubblica Ceca. In sostanza, anche se la revoca dello status di rifugiato fa perdere alcuni benefici, non potrebbe essere permesso il rimpatrio.