Guerrina Piscaglia, nuova ipotesi sul delitto: “Data in pasto ai cani”

Guerrina Piscaglia potrebbe essere stata data in pasto agli animali, secondo i legali dei suoi familiari, che hanno chiesto un maxi-risarcimento alla Chiesa. 

E’ tuttora irrisolto il caso di Guerrina Piscaglia, a cinque anni dalla scomparsa della casalinga dal piccolo borgo di Ca’ Raffaello (Arezzo), e nonostante la condanna a 25 anni di carcere per l’ex parroco Gratien Alabi – padre Graziano – per l’omicidio e la distruzione del cadavere della donna. La sua famiglia ha chiesto un maxi risarcimento alla diocesi di Arezzo e all’ordine dei premostratensi di Roma, per mezzo dell’avvocato Nicola Detti, legale del marito e del figlio della vittima. i Guerrina Piscaglia. E vuole che sia fatta giustizia.

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La verità sulla morte di Guerrina Piscaglia

La richiesta di maxi risarcimento era già stata ventilata nel 2015, ma la Corte d’Assise allora l’aveva rigettata, trattandosi di “un capo d’imputazione che vedeva Alabi non coinvolto per l’esercizio delle sue funzioni”. L’avvocato Detti ha invece sostenuto che un prete è e resta tale anche quando non celebra la messa. “E poi – ha argomentato – lo stesso Gratien ha sempre affermato di aver incontrato Guerrina, ogni volta, per motivi spirituali”. Insomma, secondo il legale la Chiesa è tenuta a pagare per il danno arrecato da un suo ministro nello svolgimento dell’attività pastorale. Quanto alla cifra del preteso risarcimento, sarà possibile stabilirla sono una volta che saranno rese note le motivazioni della condanna della Cassazione, ma secondo alcune indiscrezioni potrebbe aggirarsi sul milione di euro.

Intanto, come detto, la scomparsa di Guerrina Piscaglia resta un mistero. Non si sa che fine abbiano fatto le spoglie della donna e l’avvocato Francesca Faggiotto, che lavora con l’altro difensore, ha ipotizzato che il cadavere della poveretta possa essere stato dato in pasto agli animali, o magari murato dall’omicida. “Ci sono diverse possibilità: in campagna, dai tempi antichi, se vuoi fare sparire qualcosa lo si dà in pasto agli animali – ha detto – . Il letame corrode velocemente. Può essere stato gettato in una porcilaia, in un dirupo, essere stato murato in qualche intercapedine”. Ma al momento restano solo ipotesi, in attesa di una verità che renda giustizia a una donna così sfortunata.

EDS

 

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