Chiuso l’Everest dalla Cina: troppi turisti e rifiuti

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Monte Everest dal campo base nord in Tibet / Cina (Rupert Taylor-Price, CC BY 2.0, Wikicommons)

Chiuso l’Everest dalla Cina: troppi turisti e rifiuti. Le limitazioni introdotte per tutelare l’ambiente

Il Monte Everest è diventato quasi come la spiaggia di Rimini a Ferragosto: una invasione di turisti, tra alpinisti professionisti e amatoriali, spesso purtroppo improvvisati e senza adeguato rispetto per il delicato ecosistema della montagna più alta del mondo. Purtroppo l’elevato numero di scalatori e di accampamenti sta lasciando segni pesanti nei sentieri di accesso alla montagna e nei campi base. Così la Cina, dove si trova uno dei punti di accesso alla montagna, ha deciso di chiudere il proprio versante o comunque di limitarne fortemente l’ingresso.

Chiuso l’Everest dalla Cina: troppi rifiuti

Quando il numero di visitatori, tra scalatori e semplici turisti, raggiunge i 60.000 all’anno e i rifiuti lasciati superano le 8 tonnellate, forse anche per una grande montagna come l’Everest arriva il momento di prendersi una pausa e di essere liberata dall’affollamento e dall’inquinamento.

Così la Cina ha deciso di chiudere il campo base che si trova sul suo versante dell’Everest, lasciandolo accessibile solo ai visitatori con permesso. Una scelta dettata soprattuto dalla necessità di affrontare il problema dei rifiuti.

Sulla base del nuovo divieto, i turisti potranno arrivare soltanto fino al monastero di Rongbuk, poco al di sotto dei circa 5.200 metri dove è situato il campo base.

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Monastero di Rongbuk, Monte Everest, Cina (Csearl at en.wikipedia, CC BY-SA 3.0)

Va detto comunque che la maggior parte dei visitatori e degli scalatori del Monte Everest sceglie in prevalenza l’accesso sul versante sud, ovvero quello dal Nepal, anche se negli ultimi anni anche il versante cinese è diventato popolare, con un numero crescente di visitatori e purtroppo anche di rifiuti.

Un numero di visitatori dalla Cina che è cresciuto anche per la comodità nel raggiungere il campo base. Infatti il campo base cinese dell’Everest, che si trova in Tibet, è accessibile in auto, mentre quello in Nepal si raggiunge solo a piedi, con un percorso molto lungo che può richiedere anche due settimane di cammino. Non sorprende, dunque, che sempre più persone decidano di salire sull’Everest dalla Cina, anche semplici turisti e non solo scalatori.

L’Associazione alpinistica cinese afferma che circa 40 mila persone hanno visitato il suo campo base nel 2015, l’ultimo anno di cui si hanno dati ufficiali.

I limiti all’accesso sul versante cinese dell’Everest non riguardano solo i semplici turisti, ma anche gli scalatori, per i quali già dallo scorso gennaio è arrivata una forte riduzione al numero dei permessi di arrampicata: solo 300 scalatori all’anno saranno autorizzati a scalare il Monte Everest dal lato cinese.

Inoltre la stagione delle arrampicate sarà limitata alla primavera.

La Cina, comunque, già da qualche anno ha preso provvedimenti per tenere pulito l’Everest dai rifiuti. In primo luogo ha creato postazioni per lo smistamento e il riciclo dei rifiuti lasciati sulla montagna, a cominciare dalle lattine e dai sacchetti di plastica, insieme alle bombe di ossigeno esaurite, le tende usate dagli scalatori e i fornelli. Inoltre, dal 2015, i funzionari del Tibet hanno richiesto agli scalatori di recuperare 8 kg di rifiuti ciascuno, da portare via dalla montagna, multandoli con 100 dollari per ogni chilogrammo mancante. Inoltre la Cina realizzerà servizi igienici ecologici per gli scalatori e siti per la raccolta dei rifiuti.

Mappa del Monte Everest

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