L’aborto è la causa principale di morte nel mondo nel 2018

aborto
(Feto a 11 settimane di gravidanza)

L’aborto è la causa principale di morte nel mondo nel 2018: è questo uno dei dati più sconcertanti arrivati in queste ore in cui si tirano le somme dell’anno appena passato. 

Il sito internet  Worldometers è un portale che tra le altre cose si occupa di mantenere aggiornato costantemente il registro dei principali dati statistici mondiali a partire per esempio dal numero totale della popolazione del pianeta, il numero delle nascite e altri dati di questo tipo. E tra tutti questi numeri è emerso quello che non avremmo mai voluto leggere e sentire: nell’anno 2018, dal primo gennaio al 31 dicembre, 41,9 milioni di bambini sono stati uccisi mentre si trovavano ancora nella pancia della mamma. L’aborto ha dunque procurato più morti di cancro (8,2 milioni), danni legati al fumo (5 milioni) o Aids (1,7 milioni). Se aggiungiamo anche i morti per alcolismo, malaria e incidenti automobilistici non arriviamo comunque sommandoli tutti insieme al numero mostruoso di bambini abortiti.

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Purtroppo nel mondo e soprattutto nell’ambito dei social sorgono gruppi di mamme che non solo raccontano fiere del loro aborto, ma anche che sostengono di aver fatto la scelta giusta e di non averla per nulla sofferta e la rivendicano con spavalderia. La verità è che molte donne e molte persone vogliono negare con ogni forza l’evidenza, cioè che abortire è uccidere una vita, non è nulla di diverso, nulla di meno grave, anzi ha in sè un’aggravante quella di uccidere una vita che deve ancora sbocciare del tutto e che soprattutto non ha chiesto di essere concepita. Se ammettessero questa grande verità ne sarebbero devastate e allora meglio nascondersi dietro ad un dito, far finta che vada tutto bene e che abortire e uccidere il proprio bimbo nella pancia sia semplice come andare a bere un caffè al bar.

Non lo è e lo sa bene chi ha dovuto subire aborti non voluti, chi desiderava fortemente quei figli mai nati e chi prova ogni giorno ad avere altri figli nella speranza che quel dolore inconsolabile per quegli aborti pian piano diventi un po’ meno forte grazie all’arrivo di una nuova vita.

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