La proposta dell’ex ministro: Abolire le pensioni anticipate, sono ingiuste

tiziano treu
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La proposta dell’ex ministro del governo Prodi,Tiziano Treu: Abolire le pensioni anticipate, perché secondo lui sono ingiuste.

Le pensioni anticipate vanno cancellate “perché sono un’ingiustizia”, a dirlo è stato il presidente del Cnel ed ex ministro del Lavoro, Tiziano Treu. L’intervento durante la presentazione del congresso internazionale della Società internazionale di diritto del lavoro, in programma a Torino il 4 settembre. Secondo Treu, non dovrebbe essere possibile uscire dal lavoro prima dell’età di vecchiaia, che il prossimo anno salirà a 67 anni. Uniche eccezioni previste per lavori usuranti e invalidi.

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Le proposte di Tiziano Treu su pensioni anticipate e pensioni d’oro

Ha insistito l’ex ministro del governo Prodi: “Ciampi diceva che le pensioni anticipate erano un furto, si prendeva di più di quanto versato”. Poi ha ribadito: “Le attuali uscite per pensioni anticipate vanno abolite”. Altra eccezione, secondo Tiziano Treu, classe 1939, riguarda la disoccupazione a ridosso dell’età di pensionamento così come previsto dalle norme sull’Ape sociale. Insomma, l’innalzamento a 43 anni e tre mesi per i contributi necessari per l’uscita anticipata dal lavoro non è sufficiente visto anche l’innalzamento delle aspettative di vita.

Quindi sulle pensioni d’oro, Treu ha spiegato che è “costituzionalmente difendibile” solo un contributo di solidarietà, mentre il ricalcolo come proposto dal presidente Inps Tito Boeri appare una strada impraticabile. Sul fronte dei sindacati, arriva la critica della Uil alla cosiddetta quota 100, che potrebbe provocare un ritardo di accesso alle pensioni che può arrivare fino a 4 anni. Questo ritardo, in base a quanto sottolinea uno studio del Servizio politiche previdenziali del segretario confederale Domenico Proietti, sarebbe “ulteriormente aggravato dall’introduzione di requisiti elevati come l’età minima necessaria a 64 anni o un’anzianità contributiva che non tiene pienamente conto di tutti i contributi maturati dai lavoratori, con un’inaccettabile penalizzazione per le donne e per le aree più deboli del Paese”.

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