Cade da quattro metri di altezza: morta Chiara Pajola

Chiara Pajola
(Facebook)

Cade da quattro metri di altezza a causa di una bravata: morta dopo dieci giorni di agonia Chiara Pajola, ragazza di 19 anni.

Morta dopo dieci giorni di agonia: questa la triste sorte della 19enne Chiara Pajola, originaria di Lavagno (Verona). La giovane sarebbe stata vittima di una bravata, almeno a quanto si è potuto ricostruire. Infatti, era caduta dall’altezza di quattro metri mentre cercava di salire su una tettoia presso la funicolare di Castel San Pietro. La notizia è stata resa nota dalla famiglia della ragazza.

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Morte Chiara Pajola: cosa è accaduto

Il decesso di Chiara Pajola è avvenuto all’ospedale di Borgo Trento, a Verona, dove la ragazza era stata ricoverata in condizioni disperate. La giovane, dipendente di un bar in città, ha comunque lottato al reparto Rianimazione per dieci lunghissimi giorni, nel corso dei quali i suoi familiari non le hanno fatto mancare la vicinanza.

Stando a quanto ricostruito, la ragazza voleva saltare sul tetto della stazione della funicolare ed era in piedi sul muraglione: improvvisamente ha perso l’equilibrio. Il volo è stato tragico: Chiara Pajola ha battuto violentemente il capo sul marmo del pavimento. A provocare la tragedia, sarebbe stato il cedimento di una tegola.

Chiara Pajola: il ricordo del fratello su Facebook

Il fratello di Chiara Pajola ha dedicato alla giovane le parole di ‘Lettera a G.’, brano del rocker di Correggio, Luciano Ligabue: “Quando hai solo 18 anni, Quante cose che non sai… Quando ha solo 18 anni, Forse invece sai già tutto, Non dovresti crescer mai… Se ti scrivo solo adesso, È che sono io così, È che arrivo spesso tardi, Quando sono già i ricordi, che hanno preso casa qui”. Il messaggio del ragazzo pubblicato su Facebook si conclude con un ‘Ciao sorellina’. Il giovane ha anche postato una foto che lo mostra insieme alla sorella Chiara, mentre la tiene per mano. Una immagine che è stata condivisa e commentata da molti amici e conoscenti, sconvolti da questa tragedia.

A cura di Gabriele Mastroleo

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