Spaventoso: un pesce mostruoso in uno stagno. Ecco dove – VIDEO

Pesce Chernobyl (Screenshot)
Pesce Chernobyl (Screenshot)

Un pesce mostruoso è stato avvistato in uno stagno a Chernobyl, la città ucraina nota per il disastro nucleare nel 1986, all’epoca nel territorio dell’Unione Sovietica. Chernobyl è un luogo abbandonato e spettarle, dove è rimasta la vecchia centrale nucleare avvolta nel sarcofago di cemento armato e le case e gli edifici intorno sono completamente abbandonati. Un luogo fantasma o un non-luogo, dove nel tempo si è formato anche un turismo del macabro. Quest’anno sono stati commemorati i 30 anni di quello che è stato il più grave disastro nucleare civile della storia.

Alcuni giorni fa un cittadino ucraino di nome Eugene Mazurenko è entrato in uno stagno, usato come sistema di raffreddamento della centrale di Chernobyl, per riprendere i pesci con la sua videocamera. Un posto altamente radioattivo, che tuttavia non deve aver spaventato l’uomo, intenzionati a documentare la fauna di quel luogo.

Mentre riprendeva l’ambiente sott’acqua, Mazurenko si è sorpreso per l’elevata presenza di pesci. Con l’abbandono dell’uomo, la zona intorno alla centrale nucleare si è popolata di tantissimi animali, che hanno preso il controllo del territorio. Anche se si tratta di esemplari a loro volta radioattivi e con mutazioni genetiche. Anche nello stagno Mazurenko ha notato pesci diversi da quelli che si trovano comunemente in zone non radioattive

Tra questi ha avvistato un pesce mostruoso, un gigantesco pesce gatto dalle dimensioni abnormi. Normalmente questo tipo di pesce non supera i 150 centimetri di lunghezza, ma quello ripreso da Eugene Mazurenko è decisamente più grosso: lungo quasi due metri. Le fattezze del pesce, tuttavia, non sarebbero dovute alle radiazioni, bensì alla assenza di altri predatori nel posto. Una circostanza che avrebbe permesso al pece gatto di crescere così tanto.

Il video con il pesce mostruoso è stato caricato da Eugene Mazurenko sul suo canale YouTube il 12 giugno scorso. Ve lo mostriamo qui sotto.

A cura di Valeria Bellagamba

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