Il ristorante francese che non accetta i banchieri

Les Ecuries de Richelieu (Sito web)
Les Ecuries de Richelieu (Sito web)

Un ristorante francese che starà subito simpatico a molti, si chiama “Les Ecuries de Richelieu“, in italiano le scuderie di Richelieu, e si trova poco fuori Parigi, a Rueil-Malmaison. Il giovane proprietario, il trentenne Alexandre Callet, stufo di ricevere continui rifiuti di finanziamento dalle banche ha preso una decisione clamorosa, affiggere fuori dalla porta un cartello in cui si vieta l’ingresso ai banchieri.

I cani sono i benvenuti, i banchieri no. Questa è la decisa e secca affermazione di Alexandre Callet, che ha aperto il suo ristorante all’età di soli 23 anni ed è riuscito a portarlo al successo tutto da solo, ottenendo perfino un importante riconoscimento dalla prestigiosa guida Michelin. Per i banchieri, però, nulla da fare, non ci stanno ad investire sui giovani, nemmeno quando sono capaci, volenterosi e pieni di successo, nemmeno quando hanno già avviato un’attività da giovanissimi, con le solo forze e i fatti gli hanno dato ragione, nemmeno quando continuano ad essere inondati di liquidità dalla Banca Centrale europea, che da marzo dello scorso anno sta trasferendo alle banche europee 60 miliardi di euro al mese, denaro che dovrebbe essere usato dalle banche proprio per finanziare famiglie e soprattutto imprese, per avviare la ripresa economica. Le banche però non ci pensano proprio.

Così, Alexandre Callet, non ci ha pensato due volte, ha preso la lavagnetta che è solito esporre fuori dal suo ristorante con il menu del giorno, ha afferrato il gessetto, e immaginiamo un po’ in preda alla rabbia e al desiderio di rivalsa, ha scritto: “Cani accettati, divieto per banchieri (eccetto diritto di ingresso di 70.000 euro)”. I cani possono entrare nel ristorante, i banchieri no a meno che non paghino una quota di ingresso di 70.000 euro. Il ristoratore è diventato subito popolare e la sua storia è finita su tutti i giornali. A raccontarla per primo è stato il quotidiano francese Le Figaro.

I 70.000 euro che il ristoratore chiede ai banchieri per entrare nel suo locale, è la somma che gli è stata rifiutata per aprire un secondo locale. Callet aveva già dovuto lottare per aprire il suo primo ristorante, ricevendo una ventina di porte in faccia da altrettanti istituti di credito prima di ottenere un prestito per avviare la sua attività. Nonostante i difficili esordi, il giovane ristoratore è riuscito ben presto ad avere successo: la clientela non è mancata e la qualità della sua cucina li è valsa la menzione nella prestigiosa guida Michelin. Forte dei risultati ottenuti e avendo concluso il 2015 con ottimi risultati, Callet ha spiegato che è stato il suo anno migliore sia per ricavi che per giro di affari, il giovane ristoratore ha pensato di aprire un secondo ristorante. Così ha ripreso a fare il giro delle banche per chiedere un finanziamento. Nonostante i successi ottenuti con la prima attività e non essendo di certo alle prime armi, Alexandre Callet si è visto sbattere di nuovo le porte in faccia. Di tutte le banche che ha contattato una sola gli ha risposto ed è stato per dargli una risposta negativa.

Per Alexandre Callet si è trattato di una ennesima e forse ancora più forte delusione. Visto il grande successo del primo ristorante, i conti pagati e i buoni ricavi, il giovane imprenditore pensava che ottenere un prestito sarebbe stata una pura formalità.

“Ristoratori, imprenditori, siamo tutti nella stessa situazione: ogni volta che dobbiamo avviare un attività ci dobbiamo mettere a quattro zampe”, si è sfogato Callet. “Oggi i banchieri non fanno il loro mestiere”.

Così il giovane ristoratore si è preso la sua rivincita, vietando l’ingresso al suo ristorante ai banchieri, a meno che siano disposti a sborsare 70.000 euro. Questa volta dovranno essere loro a mettersi a quattro zampe.

Valeria Bellagamba

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