Aereo russo caduto: bomba nella stiva. Caos all’aeroporto di Sharm el-Sheik

Airbus Meteojet (Foto di Sergey Korovkin 84 - Praca własna. Licencja CC BY-SA 3.0 na podstawie Wikimedia Commons)
Airbus Meteojet (Foto di Sergey Korovkin 84 – Praca własna. Licencja CC BY-SA 3.0 na podstawie Wikimedia Commons)

Continuano i misteri sull’Airbus A-321 della compagnia russa MetroJet precipitato sabato scorso nella penisola del Sinai poco dopo il decollo da Sharm el-Sheik con 224 persone a bordo, mentre era di ritorno in Russia, diretto a San Pietroburgo.

Secondo i servizi segreti Usa l’aereo è esploso in volo a causa di una bomba a bordo, contenuta in una valigia o in un bagaglio a mano, che sarebbe stato portato sull’Airbus con la complicità di un addetto dell’aeroporto di Sharm el-Sheik.

Dalle prime analisi dei resti dell’aereo, sparpagliati su una vasta zona, risulterebbe che questo si sia spezzato in volo, mentre un satellite statunitense avrebbe rilevato un lampo di calore al momento dell’incidente. su forum e siti internet, piloti ed esperti di aviazione sostengono che l’Airbus sia precipitato rapidamente e per decompressione. Tutti elementi che farebbero propendere per l’esplosione in volo, anche se gli investigatori russi negano che sui rottami dell’aereo ci siano tracce di esplosivo, così come sui corpi delle vittime finora recuperati non risulterebbero traumi da esplosione. Il Cremlino è molto cauto e il portavoce Dmitri Peskov ha dichiarato che quella della bomba è solo una “supposizione” e che l’inchiesta è in corso e non si sta escludendo alcuna ipotesi.

La ricostruzione degli americani sull’ipotesi attentato terroristico ha convinto immediatamente il governo britannico, che già da mercoledì sera ha sospeso tutti i voli nazionali da e per Sharm el-Sheik. Una decisione seguita anche dal governi inglese. Il giorno dopo anche altre compagnie aeree, come la Lufthansa, hanno sospeso i voli con la località turistica egiziana, la compagnia britannica EasyJet anche quelli che collegano Sharm el-Sheik con Milano.

Una situazione che ha gettato subito nel caos lo scalo egiziano, con centinaia di passeggeri rimasti bloccati.

Nel frattempo, secondo gli inquirenti britannici che indagano sull’incidente al volo della MetroJet ritengono che l’Airbus russo caduto nel Sinai sia esploso a causa a causa di una bomba che si trovava nella stiva dell’aereo. Lo ha riferito la Bbc online, aggiungendo che gli inquirenti sospettano che qualcuno che aveva accesso alla stiva abbia piazzato l’ordigno esplosivo sopra o all’interno di un bagaglio proprio prima del decollo dell’Airbus. Tuttavia, gli stessi inquirenti, non escludono completamente la possibilità che l’aereo russo abbia avuto un guasto.

Intanto, il presidente Usa Barack Obama si è sbilanciato sul caso, dichiarando: “Credo ci sia la possibilità di una bomba a bordo dell’aereo precipitato nel Sinai e la stiamo valutando seriamente”.

Perfino il presidente russo Vladimir Putin ha deciso di sospendere i collegamenti aerei della Russia con l’Egitto, finché non saranno chiare le cause del disastro dell’A321. Lo ha detto il portavoce Peskov.

L’Ansa riferisce che all’aeroporto di Sharm el-Sheik sono state “rafforzate ulteriormente le misure di sicurezza“: “Ai passeggeri oltre ai normali controlli viene anche richiesto di togliersi le scarpe, una procedura che normalmente non viene effettuata”.

Di Valeria Bellagamba

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