News| Coste italiane e cattiva depurazione: il retroscena delle bandiere blu

Catrame sulla spiaggia, foto dal web

NEWS COSTE ITALIANE:CATTIVA DEPURAZIONE RETROSCENA DELLE BANDIERE BLU

Troppi impianti di depurazione malfunzionanti o assenti,colate di cemento che deturpano le coste, minacciate anche dalle trivellazioni di petrolio. Plastica, una marea di plastica, nelle acque marine. Le illegalità nemiche del mare italiano, secondo il rapporto di Legambiente sono in aumento: nel 2010 l’aggressione alla fascia costiera – considerati tutti i reati riguardanti cemento illegale, inquinamento delle acque, pesca di frodo, violazioni del codice della navigazione – conta un aumento del 32,2% di infrazioni accertate rispetto al 2009.

Sono in tutto 11.815 infrazioni e vedono ai primi, tristi posti, le regioni a tradizionale presenza mafiosa. I dati vengono dal Rapporto Mare Monstrum 2011 di Legambiente, che individua i “dieci nemici del mare” e denuncia l’aggressione continua delle coste e delle acque italiane.
La Campania è leader delle infrazioni con 4 reati ogni chilometro di costa, contro una media nazionale di 1,6. I reati per inquinamento e cattiva depurazione quest’anno fanno addirittura registrare una vera e propria impennata con un +44,3% rispetto all’anno precedente (3.781 nel 2010 contro i 2.621 del 2009). Spiega l’associazione: “E’ un aumento che si spalma più o meno omogeneamente su tutte le regioni del nostro Paese e che rimanda alla generale inadeguatezza del servizio di depurazione in Italia, un paese che, a dispetto del ruolo che riveste fra i grandi paesi industrializzati del pianeta, fa registrare un inquietante 30% di deficit depurativo, pari a circa 18 milioni di nostri connazionali che scaricano i propri reflui più o meno tal quali, senza un servizio di depurazione appena accettabile”. Altre forme di aggressione, oltre all’inquinamento e al cemento, sono le trivellazioni petrolifere.
Per non parlare della plastica. È il principale rifiuto presente in mare, rappresenta dal 60% all’80% dell’immondizia trovata in acqua, pari a circa 500 tonnellate di rifiuti che galleggiano nel Mediterraneo. Secondo l’Istituto francese di ricerca sullo sfruttamento del mare e l’Università belga di Liegi, nell’estate 2010 la concentrazione più alta di plastica nel Mediterraneo era nel nord del Tirreno e a largo dell’Isola d’Elba con 892.000 frammenti plastici per km quadrato, rispetto ad una media di 115.000.
(Fonte:Legambiente,aamterranuova.it)

Andrea Mariani

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