Il gambero d’acqua dolce ha bisogno di aiuto

Il progetto Life Claw per proteggere e studiare le condizioni di vita del gambero autoctono d’acqua dolce.

Life Claw, il progetto per preservare il gambero di fiume
Gambero d’acqua dolce – AdobeStock

Quando si parla e si pensa a dei progetti di protezione degli animali ci vengono sempre in mente grandi cetacei, grandi felini o mammiferi. Non pensiamo mai ad animali più piccoli, come il gambero d’acqua dolce che però ha bisogno di aiuto tanto quanto i suoi “colleghi” più grandi. Arriva così il progetto “Life Claw” dedicato proprio alla conservazione del gambero di fiume che vive e prolifera nelle aree dell’Appennino Romagnolo e della Liguria.

In cosa consiste il progetto Life Claw

Il progetto Life Claw si propone di controllare lo stato di salute del gambero d’acqua dolce, minacciato da cambiamenti climatici, inquinamento, ma anche dalla presenza di gamberi invasivi che portano spesso una malattia pericolosissima: la peste del gambero, che stermina la specie. Si valuterà quindi il numero di esemplari, lo stato di salute degli ecosistemi acquatici, la distribuzione e anche la possibile variabilità genetica.

L’aiuto dei volontari per monitorare lo stato di salute del gambero

Il tutto, ovviamente, con l’aiuto di oltre 200 volontari che hanno accettato con entusiasmo l’idea di partecipare a questo progetto di conservazione e monitoraggio del gambero di acqua dolce. Dopo una preparazione tramite webinar e alcune pratiche, i partecipanti – affiancati dai ricercatori – scenderanno in campo per contenere l’invasione dei gamberi “alieni” ossia quelle specie che non sono originarie del fiume, ma stanno colonizzando l’area. Dopo questa fase iniziale si cercherà di capire meglio lo stato di salute dei gamberi autoctoni, valutando lo stato di salute del territorio e valutare dove sia necessario un controllo sanitario.

Tutti i partner del progetto

Il progetto Life Claw per proteggere il gambero è sostenuto dall’UE e da diversi partner come l’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Occidentale,  l’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’Università degli Studi di Pavia, il Consorzio di Bonifica di Piacenza, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, il Parco Naturale Regionale dell’Antola, il Comune di Ottone,  il Comune di Fontanigorda e l’Acquario di Genova-Costa Edutainment.

Uno sforzo collettivo insomma per preservare questa piccola specie animale che, con la sua presenza, arricchisce e preserva la popolazione fluviale della zona. Mantenendo, si spera, il più inalterato possibile l’ecosistema dove il gambero d’acqua dolce vive e cresce.

(Fonte Immagini Ufficio Stampa Costa Edutainment)

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