Marta Novello, perché è stata accoltellata dal 15enne: dubbi sul movente

Gli investigatori stanno ancora indagando sull’aggressione ai danni di Marta Novello, il movente del 15enne non convince.

Come ogni mattina, lunedì Marta Novello, 26enne studentessa dell’Università di Padova e mediatrice culturale, stava facendo jogging in Via Marigliana a Mogliano (Treviso), zona ritenuta sicura dagli sportivi per via del traffico scarso. L’attività sportiva è stata interrotta dalla feroce aggressione di un 15enne che l’ha raggiunta alle spalle in sella alla bici e l’ha colpita con tale forza da cadere insieme a lei in un fossato.

Secondo quanto ricostruito dal nucleo investigativo di Treviso finora, il giovane sarebbe uscito di casa nel pomeriggio, dopo aver preso dal cassetto della cucina un coltello lungo 10 cm. Quindi in sella alla bici ha raggiunto la zona jogging di Mogliano e pare abbia scelto una vittima a caso. Quale sia il movente di tale feroce aggressione è ancora dubbio, il giovane ha riferito di voler fare una rapina perché gli serviva del denaro, tuttavia non ha specificato a cosa questo denaro gli servisse.

Se vuoi seguire tutte le nostre notizie in tempo reale CLICCA QUI

Leggi anche ->Marta Novello, aggredita a Mogliano Veneto: la ragazza è gravissima

Marta Novello, il movente dell’aggressione non convince

Attualmente la ragazza si trova ricoverata in ospedale e le sue condizioni di salute permangono gravissime, il giovane infatti l’ha colpita con 23 coltellate ed è un miracolo che Marta sia ancora in vita. Il 15enne, invece, si trova recluso nel carcere minorile ed è accusato di tentato omicidio. Il suo legale ha riferito di averci parlato e di essere a conoscenza della dinamica e del movente raccontati dal ragazzo. Tuttavia gli ha consigliato di pensarci su ancora qualche giorno, in modo tale da schiarirsi le idee.

La ferocia e la dinamica dell’aggressione hanno fatto pensare agli investigatori che i due potessero conoscersi. Alcuni suggeriscono che Marta ed il suo aggressore si siano conosciuti mentre lei svolgeva il suo lavoro di mediatrice culturale, ma non ci sono prove o testimonianze a supporto di questa tesi. Dunque l’ipotesi più probabile al momento è che abbia scelto una vittima a caso, la prima che ha trovato da sola ed ha ritenuto indifesa. Non convince neanche il movente: se avesse voluto rapinarla, perché colpirla alle spalle? Perché non limitarsi a minacciarla?

Impostazioni privacy