Covid, nuove direttive del Cts: la svolta sui ristoranti

Il Comitato tecnico-scientifico suggerisce al governo un cambio di linea sui ristoranti. Resta ora da vedere se le norme anti-Covid attualmente in vigore saranno modificate.  

Il momento che i ristoratori attendevano da mesi forse è arrivato. Il Comitato tecnico-scientifico ha infatti fissato le nuove regole per dare l’ok alle riaperture a pranzo in zona arancione e a cena in zona gialla, dopo che il ministero dello Sviluppo economico aveva chiesto di valutare l’ipotesi. La palla passa ora al governo: al ministero della Salute spetta la decisione finale.

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Dpcm oggi ristoranti Trentino

La nuova fase della lotta al Covid

Il Cts precisa in una nota che “non si tratta di un via libera alla riapertura della ristorazione nelle zone e negli orari che attualmente ne prevedono la chiusura”: solo se arriverà il via libera da parte del governo le nuove regole entreranno in vigore. Il nuovo Dpcm scade il prossimo 5 marzo, ma già il 15 febbraio cadrà il divieto di spostamento tra le Regioni e si riapriranno gli impianti sciistici.

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Il Cts avverte inoltre che “una rimodulazione dei pacchetti di misure potrebbe modificare l’efficacia nella mitigazione del rischio”, e in ogni caso “andrebbero considerate le diverse tipologie dei pubblici esercizi, distinguendo tra ristoranti e bar”.

Per quanto riguarda i ristoranti, all’interno dei locali resterà l’obbligo per i clienti di indossare le mascherine quando sono in piedi e non seduti al tavolo. Resta invariato l’obbligo, imposto lo scorso maggio, del metro di distanziamento tra i tavoli e la zona di passaggio così come il tetto massimo di 4 persone allo stesso tavolo se non conviventi. I ristoratori saranno inoltre obbligati a esporre il bollino che indica la capienza massima del loro locale.

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Quanto ai bar, per il servizio al banco deve rimanere la distanza di un metro tra le persone e ci saranno provvedimenti per evitare gli assembramenti di clienti in fila alla cassa o in attesa di essere serviti. Niente buffet né carte da gioco né giornali.

 

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