Monza, 42enne accoltellato a morte da due adolescenti

Monza, adolescenti accoltellano a morte un 42enne vicino alle case popolari: i vestiti sporchi di sangue ancora in lavatrice.

Due ragazzini minorenni sono stati fermati a Monza domenica, accusati di aver ucciso volontariamente un uomo di 42 anni. I due, di 14 e 15 anni, potrebbero aver agito per vendetta: uno dei due ha ammesso di aver pianificato l’omicidio per “punirlo di avermi trascinato nella tossicodipendenza”, ma le indagini sono ancora in corso. Michele, il padre della vittima, Cristian Sebastiano, ha raccontato che il figlio aveva avuto problemi giudiziari per via della droga, ma che “da qualche mese stava meglio, sembrava quello di sempre”. Ha spiegato: “Dopo pranzo era uscito e stava per rientrare. L’ho visto cambiare strada. Se avessi saputo che stava andando incontro ad un agguato lo avrei fermato. […] Erano in due, lo hanno trascinato, uno lo ha tenuto fermo e l’altro lo ha accoltellato. Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere, mio figlio non ha mai fatto male a nessuno”. Padre e figlio abitavano nei pressi dei portici delle case popolari di Monza, dove è avvenuto l’omicidio.

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Chi sono i due adolescenti che hanno ucciso un uomo a Monza

I due adolescenti, fermati dai Carabinieri poco dopo l’omicidio, rischiano l’accusa di omicidio premeditato. Secondo le prime ricostruzioni, per uccidere Sebastiano i ragazzini hanno usato un coltello da cucina. Le indagini lampo dei Carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica per i minorenni, sono riuscite a riconoscere le identità dei due ragazzi grazie ad alcune testimonianze e la minuziosa analisi delle telecamere di videosorveglianza della zona.  I due minorenni sono stati identificati e portati in caserma nella tarda serata di domenica.

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Il movente ancora non è chiaro, ma le ipotesi si orientano verso tentata rapina o ritorsione per questioni legate all’uso di stupefacenti. A casa di uno dei due ragazzi è stato trovato un coltello da cucina, presumibilmente l’arma utilizzata per uccidere la vittima. In entrambe le abitazioni dei ragazzini, inoltre, sono stati trovati gli indumenti indossati durante l’aggressione, alcuni dei quali ancora sporchi di sangue e infilati in lavatrice.

 

 

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