Pompei, ritrovati due corpi umani | Sono passati 1941 anni dalla tragedia

Pompei, a 1941 anni dalla tragedia del Vesuvio sono stati ritrovati due corpi umani perfettamente intatti: cresce il patrimonio culturale italiano.

Pare fosse la mattina del 25 ottobre del 79 d.C. quando l’esplosione del Vesuvio distrusse la città di Pompei, proprio ai suoi piedi, sommergendo case e abitanti sotto un mare di lava. La zona è stata poi trasformata in un parco archeologico che attira turisti e studiosi da tutto il mondo e oggi, dopo 1941 anni, sono stati ritrovati due nuovi corpi. Ci racconta della scoperta ANSA: “Sono i corpi pressoché integri di due uomini, un quarantenne avvolto in un caldo mantello di lana e il suo giovane schiavo già piegato dalle fatiche della vita, la nuova emozionante rivelazione di Pompei, frutto di uno scavo andato avanti anche in queste settimane più dure della pandemia”. Il ministro Franceschini ha definito la scoperta “stupefacente”, sottolineandone l’importanza per l’intero patrimonio culturale italiano.

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Pompei, ritrovati due corpi umani perfettamente conservati

Anche Massimo Osanna, che da settembre di quest’anno guida la direzione generale dei musei pubblici, si è detto entusiasta: “Una scoperta davvero eccezionale, perché […] è stato possibile non solo realizzare calchi perfettamente riusciti delle vittime, ma anche indagare e documentare con nuove tecnologie le cose che avevano con sé nell’attimo in cui sono stati investiti e uccisi dai vapori bollenti dell’eruzione”. Gli scavi che verranno fatti nei prossimi mesi, dunque, saranno in grado di dirci dove fossero diretti i due uomini e quale fosse il loro ruolo nella grande residenza dove sono stati ritrovati. Osanna ha continuato: “Abbiamo avvertito la presenza di vuoti nella coltre di materiale piroplastico e da lì la sorpresa dei resti umani […] Adesso è fondamentale proseguire gli scavi. Ci vorrà tempo, ma alla fine anche la tenuta del Sauro Bardato, come pure la Villa di Diomede i cui lavori si concluderanno in primavera, potrà aprire al pubblico con tutte le sue affascinanti storie. E in tempo di pandemia anche il proseguire di restauri, scavi e studi è una luce accesa sul futuro”.

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