Filippo Raciti: chi era l’ispettore di polizia ucciso dopo Catania-Palermo

Un caso che fa ancora molto discutere, la morte di Filippo Raciti: chi era l’ispettore di polizia ucciso dopo Catania-Palermo.

Filippo Raciti (foto Polizia di Stato)

Aveva compiuto 40 anni da un paio di settimane, Filippo Raciti, Ispettore Capo della Polizia di Stato, quando venne ucciso in circostanze mai del tutto chiarite il 2 febbraio 2007, al termine del derby siciliano di calcio Catania-Palermo. Da quando ne aveva 19, era entrato in Polizia come allievo agente ausiliario ed era un poliziotto preparato.

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Infatti, nel corso della sua carriera in Polizia, svolse soprattutto servizi esterni di ordine pubblico ed era per questo anche istruttore. A dicembre 2006, qualche mese prima di essere ucciso, era stato trasferito al X Reparto Mobile. Per lui non era una novità: era già stato quasi 20 anni nel X Reparto Mobile, prima di essere affidato due anni all’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico.

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Com’è morto Filippo Raciti: tanti gli omaggi alla sua memoria

La tragica causa della sua morte venne stabilita in un trauma epatico, che gli sarebbe stato causato dall’impatto di un corpo contundente non individuato. All’epoca dei fatti, a lungo si parlò prima di un lavandino e poi di un grosso tubo. Si paventò l’ipotesi che fosse stato investito da “fuoco amico”, ovvero da un Land Rover Discovery in dotazione alla polizia, durante una manovra. Addirittura si sostenne che Raciti fosse proprio in quel veicolo e che fosse sceso pochi istanti prima. La tesi venne scongiurata da alcune immagini trasmesse all’epoca dall’emittente televisiva SKY.

Dopo la tragica morte di Filippo Raciti, il calcio italiano si fermò: stop ai campionati per una settimana e annullamento di un’amichevole della Nazionale furono le decisioni immediatamente prese. Si aggiunse poi il dibattito sulla sicurezza dentro e fuori gli stadi, oltre che sulle frange violente del tifo. Medaglia d’oro al valor civile alla memoria, consegnata alla moglie l’11 maggio 2007, la sua morte è ancora oggi oggetto di dibattito. A lui è stato dedicato uno stadio, così come diverse iniziative sportive. Ma non sono mancate iniziative choc e cori da parte degli ultras.

Chi ha ucciso l’ispettore Filippo Raciti

Le indagini sulla morte dell’ispettore Raciti portarono a individuare due persone, un minorenne e un ragazzo di 23 anni, come i responsabili del suo omicidio. La prima sentenza per la morte di Raciti è datata 9 febbraio 2010: il Tribunale per i minorenni di Catania condannò a 14 anni Antonino Speziale, che non aveva ancora 18 anni all’epoca dei fatti, con l’accusa di omicidio preterintenzionale. Un mese e mezzo dopo, la prima condanna a 11 anni per l’altro ragazzo, Daniele Natale Micale; per lui la condanna fu confermata in appello, mentre la condanna di Speziale venne ridotta a 8 anni.

Entrambi gli accusati si sono sempre proclamati innocenti e il 7 febbraio 2014 il procuratore generale presso la Corte di appello di Messina Luigi Riello si è detto favorevole a una revisione del processo, in base all’istanza presentata dai legali di Antonino Speziale. Il ricorso venne poi rigettato dalla Corte di Cassazione e ritenuto inammissibile. Si trova in semilibertà da poco prima di Natale del 2018, Daniele Natale Micale, 32 anni, mentre Speziale dovrebbe tornare libero il 15 dicembre di quest’anno. Di fatto ha scontato l’intera sua pena.

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