Secondo una stima effettuata da Gimbe, il numero di pazienti ricoverati nelle terapie intensive ogni giorno sarebbe circa il doppio di quelli segnalati.
Dal 31 ottobre al 7 novembre il numero di terapie intensive occupate è salito di 841 unità. Questo è il dato che emerge dal bollettino della Protezione Civile, ma non dà la reale misura di quanti pazienti vengano effettivamente intubati ogni giorno in Italia. Il dato segnalato, infatti, è un saldo tra pazienti in entrata e pazienti in uscita (deceduti e migliorati). Da mesi Gimbe richiede alla Protezione Civile di poter ottenere i dati sui reali ingressi in terapia intensiva, ma al momento non sono mai stati disponibili.
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I motivi di queste mancanze sono diversi, a partire dal fatto che ogni regione ha criteri di valutazione differenti nella condivisione dei dati. Ci sono regioni, infatti, che comunicano solo i pazienti intubati, mentre altre che considerano anche i pazienti che indossano il casco d’ossigeno. In altri casi viene condiviso direttamente il saldo tra pazienti in entrata e in uscita. Appare chiaro che, senza un’uniformità di valutazione, i dati reali sugli ingressi in terapia intensiva sono difficili da reperire.
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Terapie intensive: “Il numero giornaliero è il doppio di quello comunicato”
Con una simile confusione a livello di valutazione e di statistica è impossibile stabilire con certezza quanti pazienti entrano in terapia intensiva ogni giorno. Dati a cui gli esperti hanno cercato di sopperire con una stima statistica che, per ovvie ragioni, non dà certezza sui reali dati. In ogni caso si pensa che giornalmente lo 0.5% dei pazienti positivi finisca in terapia intensiva. Questo significa che al giorno 7 novembre, l’ultimo prima del calo drastico nei tamponi esaminati, lo 0.5% dei 39.811 positivi riscontrati è finito in terapia intensiva. Se la percentuale calcolata fosse corretta, il 7 novembre ben 200 persone avrebbero occupato i letti delle terapie intensive, ma il saldo era solo di 119 (quasi la metà).
Utilizzando lo stesso metodo di calcolo, in un articolo del Messaggero vengono condivisi quelli che sarebbero i dati reali sulle terapie intensive dell’ultima settimana: ovvero 1.400-1.500 pazienti. Un numero che quasi doppia quello condiviso nei bollettini che, come riportato sopra, è di 841. Il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta, ritiene che la mancanza di questi dati sia “inaccettabile”. Dunque, nell’intervista concessa proprio al Messaggero, rinnova la richiesta di poter finalmente ottenere i numeri reali sui ricoveri in terapia intensiva.