Ragazza dichiarata morta salvata dall’impresa di pompe funebri: “Respira”

Una ragazza di 20 anni è stata dichiarata morta in casa, ma i dipendenti di un’impresa di pompe funebri si sono accorti che era ancora viva.

Una giovane ragazza americana di Southfield, sobborgo di Detroit (Michigan), ha rischiato di essere seppellita viva. La ventenne è svenuta in casa ed è stata trovata dai vigili del fuoco dopo una chiamata d’emergenza. I pompieri giunti sul luogo hanno chiamato un medico del dipartimento d’emergenza locale e gli hanno riferito lo stato in cui hanno trovato la 20enne, fornendo dettagliate informazioni mediche. Basandosi esclusivamente su queste, il medico ha dichiarato il decesso della ragazza.

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A quel punto il corpo della giovane è stato portato in obitorio per la visita del medico legale della Contea di Oakland. Questo aveva il compito di redarre il documento finale che attestava la morte della ragazza. L’esperto ha confermato il decesso ed ha lasciato il corpo alla disponibilità della famiglia per organizzare il funerale. Insomma, fino a quel momento non vi erano dubbi che la 20enne fosse morta in casa, sebbene le ragioni di quel decesso non fossero note.

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Ragazza viene dichiarata morta, l’impresa di pompe funebri scopre che respira ancora

Con il lutto nel cuore, la famiglia ha dato l’incarico ad un’impresa di pompe funebri per il trasporto del corpo prima nella camera mortuaria e successivamente in chiesa per il funerale. Quando i dipendenti dell’impresa sono giunti in obitorio, però, sono rimasti scioccati: la 20enne infatti respirava ancora ed era chiaro che fosse ancora viva. A rivelarlo è stata la stessa agenzia: “All’arrivo sul posto il nostro staff si è accorto che la donna respirava e ha chiamato i servizi di emergenza. Non potevamo crederci”. La giovane donna è stata quindi portata immediatamente in ospedale dove si trova tutt’ora ricoverata in gravi condizioni.

Sull’accaduto è stata aperta un’indagine approfondita per appurare eventuali colpe e responsabilità per l’accaduto. Il primo medico si è basato sulle informazioni ricevute dai vigili del fuoco e pare evidente che il medico legale si sia affidato ai documenti ricevuti senza effettuare un’esame sul corpo della giovane donna.

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