Viviana Parisi, Roberta Bruzzone: “Sapeva non sarebbe tornata a casa”

Per Roberta Bruzzone, quello di Viviana Parisi e di Gioele è un caso di ‘suicidio allargato’: la tesi della nota criminologa.

In una intervista all’agenzia Agi, anche la criminologa Roberta Bruzzone dice la sua sul caso che sta riempiendo in questi giorni le pagine di cronaca, ovvero quello del giallo di Viviana Parisi e del figlio Gioele. Oggi probabilmente l’epilogo della vicenda, se venisse confermato che sono stati rinvenuti i resti del bambino.

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La Bruzzone ipotizza l’intenzione suicida della donna: “Dicendo al marito che sarebbe andata a comprare un paio di scarpe, mentre non l’ha mai fatto, Viviana sapeva che il suo viaggio sarebbe stato senza ritorno”.

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L’incidente è stato una sorte di incentivo ad accorciare i tempi: “Quando la donna ha incontrato un testimone che ha tentato di parlarle, lei non ha risposto: un segno evidente che si trovava già in piena crisi dissociativa e si stava dirigendo verso un altro luogo per attuare il suo intento suicida”. In sostanza, sottolinea Roberta Bruzzone, ci troviamo di fronte a un caso di ‘suicidio allargato’. Caso in cui un genitore intende uccidersi insieme al figlio.

Una tragedia evitabile, probabilmente. Gioele avrebbe “dovuto essere allontanato o comunque mai lasciato solo con la madre”. Non è verosimile, “non esiste in letteratura che da queste patologie si possa guarire in pochi mesi”, ma Daniele Mondello potrebbe essere stato ingannato dall’atteggiamento della donna, per cui si sarebbe detto sicuro che mai la moglie – che soffriva di “fenomeni allucinatori e crisi psicotiche” – avrebbe fatto male al piccolo.

Viviana Parisi

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