Contagio da asintomatico, Oms: “Sembra ancora raro”

L’Oms ha spiegato che in base ai dati in possesso, al momento sembra un caso raro la trasmissione del covid da un soggetto asintomatico.

Una delle maggiori preoccupazioni degli italiani è che in giro possano circolare soggetti che hanno il Covid-19 ma non manifestano sintomi. Sin dall’inizio della crisi sanitaria, infatti, è stata sottolineata come una delle principali criticità proprio l’alta presenza di asintomatici. Questa caratteristica, sommata ad un tempo d’incubazione che può durare sino a 14 giorni, rende complicato capire quanti infetti ci sono e dove è necessario prendere delle precauzioni maggiori.

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Allo scopo di prevenire dei focolai, infatti, in alcune zone del mondo (si pensi alla Corea del Nord, ma anche al Veneto) sono stati fatti dei tamponi a tappeto per scoprire se ci fossero asintomatici in giro. Tuttavia una tale precauzione potrebbe rivelarsi non strettamente necessaria, almeno secondo quanto sostenuto da  Maria Van Kerkhove, direttore del team tecnico dell’Organizzazione mondiale della sanità.

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Positivi asintomatici, Maria Van Kerkhove dell’Oms: “Raro che contagino”

Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa ‘Agi‘, infatti, l’esperta a tal proposito ha dichiarato: “Dai dati che abbiamo, sembra ancora raro che una persona asintomatica in realtà contagi un altro individuo”. Per motivare questa risposta Maria Van Kerkhove cita gli studi in possesso dell’Organizzazione: “Abbiamo diversi rapporti di Paesi che stanno monitorando contatti molto dettagliati. Seguono casi asintomatici, i contatti continuano e finora non si trova alcuna trasmissione secondaria. È molto raro, e in gran parte non è pubblicato nella bibliografia”.

Tuttavia lo stesso membro dell’Organizzazione mondiale della sanità predica calma a riguardo e spiega che questi risultati fanno riferimento a studi che sono ancora in corso e che, quindi, non sono completi o affidabili al 100%: “Siamo costantemente alla ricerca di questi dati e stiamo cercando di ottenere maggiori informazioni dai Paesi per rispondere davvero a questa domanda“.

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