Giuseppe Di Vittorio: chi era il sindacalista interpretato da Favino

Vita, curiosità e carriera politica e sindacale di Giuseppe Di Vittorio: chi era il sindacalista interpretato da Pierfrancesco Favino.

Giuseppe Di Vittorio, considerato da molti il padre del sindacalismo moderno, nacque a Cerignola, nel foggiano, il 13 agosto del 1892, da una famiglia di braccianti. Il padre Michele è un lavoratore dei campi, sua madre si chiama Rosa Errico.

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Nel 1902, quando ha appena 10 anni, resta orfano di padre morto per una malattia contratta sul lavoro, lascia la scuola e viene avviato al lavoro nei campi. A 12 anni, partecipa alla prima manifestazione, sfociata in proteste in cui muore anche un suo amico, Antonio Morra.

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Cosa sapere sul sindacalista Giuseppe Di Vittorio

Nel 1910, alla fine di novembre, diventa segretario del circolo giovanile socialista di Cerignola. Il circolo si chiama “XIV maggio 1904”, per ricordare l’eccidio costato la vita al suo amico e ad altre quattro persone. Aderente alla gioventù socialista, dopo l’uscita dal Psi, partecipa poi all’esperienza del sindacalismo rivoluzionario, aderendo all’USI. Nel 1914, ricercato dalla polizia in seguito ai fatti della “settimana rossa”, emigra in Svizzera, a Lugano. Qui avvia la sua formazione, conoscendo altri esuli italiani. Considerato sovversivo, viene inviato a Porto Bardia, in Libia, e rientra in Italia nell’estate 2019. Il 31 dicembre dello stesso anno sposa Carolina Morra: diventeranno genitori di Baldina e Vindice.

Nel 1921 viene eletto deputato mentre è detenuto nelle carceri di Lucera: siamo alla fine del biennio rosso e si sta concretizzando l’avvento del fascismo. Per tutto il 1921 e fino ai primi mesi del 1923, l’attenzione preminente di Di Vittorio è rivolta alla situazione dei lavoratori e delle loro organizzazioni in Puglia. Nonostante la strage perpetrata nel 1921 a Cerignola, il clima di intimidazione costante non ferma il suo lavoro politico e sindacale
Nel 1924 avviene l’incontro con Antonio Gramsci e con Palmiro Togliatti, che lo porta ad aderire al Partito Comunista.

Gli anni del fascismo, la Liberazione, la morte

Fra il 1928 ed il 1930 è in Urss, quindi si trasferisce a Parigi, dove entra a far parte del gruppo dirigente del PCI e assume l’incarico di responsabile della CGIL clandestina. Nella primavera del 1935 muore sua moglie. L’anno dopo si reca in Spagna e partecipa all’organizzazione delle Brigate Internazionali con Luigi Longo e Andrè Marty ed altri dirigenti. Nel 1939 dirige “La voce degli italiani”, quotidiano antifascista. Il 10 febbraio 1941 è arrestato a Parigi dai tedeschi. Passa i successivi due anni al confino sull’isola di Ventotene.

Diventa poi parte attiva del movimento di Resistenza e dopo la Liberazione viene eletto deputato dell’Assemblea Costituente. L’anno prima, diviene segretario generale della Cgil unitaria e poi, dopo la scissione, della Cgil fino alla sua morte, avvenuta a Lecco nel 1957. Alla sua vita e al suo impegno sociale è ispirata la fiction ‘Pane e libertà’, in cui Pierfrancesco Favino interpreta Giuseppe Di Vittorio.

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