Stefano, guarito dal Coronavirus: “Ho visto scene che non dimenticherò”

Stefano, 51enne dipendente comunale guarito dal Coronavirus, ha raccontato a ‘Leggo’ l’inferno vissuto all’ospedale Sacco di Milano.

A distanza di quasi un mese dal ricovero in ospedale, Stefano Terragni (51 anni) ha fatto ritorno a casa e si è goduto la Pasqua in famiglia. Un traguardo che ad un certo punto pensava non avrebbe mai raggiunto. Dopo una settimana di febbre e tosse curata a casa, l’uomo è stato costretto al ricovero ospedaliero, qui è insorta la polmonite ed è stato costretto ad utilizzare un ventilatore per respirare. A tratti si è temuto dovesse ricorrere al casco per la ventilazione, il passo che precede l’intubazione ed il ricovero in terapia intensiva.

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Oggi Stefano è un uomo profondamente grato, per lui aver vinto la lotta con il virus è come aver avuto una seconda chance: “Che meraviglia il sole e respirare l’aria tiepida di queste giornate. È come se fossi nato una seconda volta, ho vinto contro il virus. Ho potuto abbracciare mia moglie dopo tre settimane al Sacco e ho pensato di essere un miracolato. Perché la lontananza è stata dolorosa con l’incognita di non sapere quando e se ci saremmo rivisti”.

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Stefano lancia un appello: “Non sfidate il Coronavirus”

Stefano spiega a ‘Leggo‘ di aver avuto paura di morire solo quando è stato ricoverato al Sacco di Milano ed ha visto pazienti con il terrore negli occhi: “arrivato al pronto soccorso del Sacco ho visto scene che non dimenticherò”. Successivamente il dipendente comunale spiega nel dettaglio a cosa si riferisce: “I medici aiutavano tantissimi pazienti ridotti peggio di me: boccheggiavano terrorizzati, qualcuno già con il casco”.

Lui faticava a respirare e muoversi ma cercava di farsi coraggio aggrappandosi alle parole di medici e infermieri. Ad un tratto, però, ha temuto davvero di non farcela: ” il livello di ossigeno nel sangue non saliva”. La paura più grande, però, riguardava la possibilità di aver contagiato qualcuno che ama: “Ero terrorizzato di aver contagiato le persone che amo. Per fortuna, né mia moglie né mia madre, di 85 anni, si sono ammalate”.

Oggi che è tornato a casa e che sembra che tutto vada meglio, Stefano si è prefisso di cambiare, non dando per scontati amore e amicizia, ma anche cercando di viaggiare il più possibile. A chi non ha contratto il virus e scalpita per uscire di casa, invece, dice: “Stiamo a casa, con pazienza, il tempo che occorre. Il covid-19 non va sfidato, io sono pieno di vita e di vigore, ma sono stato davvero male. E sono tra i più fortunati”.

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