Erede Abigail Disney: “Kobe Bryant non era un Dio, era uno stupratore”

Dopo aver rispettato un breve periodo di lutto, l’erede dell’impero Disney, Abigail Disney, si pronuncia su Kobe Bryant come aveva già fatto anni fa. 

Abigail Disney, erede dell’impero, dice che è in lutto per la morte di Kobe Bryant. L’atleta dell’NBA ricordiamo che è morto in un incidente in elicottero insieme a sua figlia Gianna e altre sette persone lo scorso 26 gennaio. Abigail, però, afferma anche che una persona nella vita può fare sia del bene che del male e questo, secondo lei, è il caso di Kobe.  Nel 2003 Bryant era stato accusato di aver stuprato una ragazza di 19 anni in Colorado, la ragazza però si era rifiutata di testimoniare in tribunale e il caso era stato risolto con un accordo tra l’atleta e la ragazza.

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Abigail Disney si è sfogata su Twitter, “non è un Dio”, così ha detto di Kobe. Solo quattro giorni dopo che l’uomo era morto, Disney già aveva postato sul social un messaggio che aveva lasciato sconvolte molte persone: “Era uno stupratore. Accettatelo”. Successivamente ha postato un Twitter rant di 24 tweets: “se non vi piace, smettete di seguirmi. Si, parlo di questa cosa perché come donna che è stata violentata, ho passato tutta la vita amando e aiutando altre donne che hanno avuto esperienze anche peggiori della mia”.

In seguito Abigail ha comunicato le sue condoglianze alla famiglia, dicendo che una persona può fare sia del bene che del male nella sua vita ma, anche se si ha fatto del bene, questo non dovrebbe assolvere dall’accusa di stupro: “è diventato un uomo che sembrava sinceramente voler fare del bene. Il fatto che ha stuprato qualcuno non cambia le altre cose che ha fatto”.

Il caso di stupro di Kobe Bryant

Nel 2003, una donna di 19 anni ha accusato Bryant di averla violentata, mentre il campione era a Eagle, Colorado per un’operazione al ginocchio. L’atleta avrebbe chiesto alla donna, che lavorava nell’hotel dove alloggiava, un tour privato. Poi l’avrebbe invitata nella sua camera e, secondo Kobe, hanno avuto un rapporto sessuale consensuale, ma per la donna non lo era. Il caso criminale non è mai arrivato in tribunale perché la donna non ha voluto testimoniare, ma Bryant è stato comunque obbligato a porgere delle scuse pubbliche. “Voglio scusarmi con lei per il mio comportamento quella sera e per le conseguenze che ha sofferto in seguito. Nonostante quest’anno per me sia stato incredibilmente difficile, non posso neanche immaginare come sia stato per lei. Pensavo sinceramente che il nostro incontro fosse stato consensuale, ma riconosco oggi che per lei non lo era e non vede quell’accaduto nello stesso modo in cui l’ho visto io. Dopo mesi a rileggere il caso, ascoltare i suoi avvocati e la sua testimonianza, oggi riconosco che lei non sente di aver dato il suo consenso.” 

Il caso di Bryant si era concluso così, tramite un accordo privato, ma per l’erede Disney l’uomo non dovrebbe essere considerato da molto come un eroe. Dovrebbero ricordare cos’aveva fatto. In bene, ma anche nel male.

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