Niva Congedo, chi è la ragazza italiana morta a Parigi: suicidio o incidente?

Incidente o gesto estremo? Niva Congedo è precipitata dalla finestra del appartamento di Parigi. Scopriamo di più sulla studentessa italiana.

Una frazione di secondo ha cambiato per sempre la vita di tutti quelli che la conoscevano ed interrotto la sua. Niva Congedo è morta nelle scorse ore mentre si trovava a Parigi per un progetto di interscambio tra l’università di Firenze e quella di Parigi. La ragazza, studentessa modello con il sogno di diventare un avvocato all’estero ed una predisposizione per le lingue, aveva accettato di buon grado il trasferimento alla Sorbonne (una delle università più importanti del mondo) ed aveva trovato un appartamento al XIV arrondissement, al Boulevard Jourdan, vicino a Montparnasse.

Proprio la positività di Niva, fa propendere per l’ipotesi di un incidente fatale. La giovane stava fumando una sigaretta alla finestra del suo appartamento, quando all’improvviso è precipitata. Pare che qualcuno l’abbia vista mentre cercava un appiglio per evitare la tragica morte. Mentre la gendarmerie esamina il caso e dispone l’autopsia per capire se avesse assunto qualche sostanza che la possa aver stordita (alcol o droga), i genitori sono volati a Parigi per starle accanto e riportarla a casa una volta completati gli esami sul corpo.

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Chi era Niva Congedo

Nata sulle colline di Posillipo, Niva era da sempre una studentessa modello e già al liceo aveva manifestato il desiderio di crearsi una carriera all’estero. Da adolescente aveva partecipato ad un progetto di interscambio che le aveva permesso di vivere per qualche tempo in Canada. Terminata la scuola si era iscritta all’università italo-francese di Giurisprudenza a Firenze. Il suo sogno era quello di diventare avvocato, ma voleva esercitare all’estero.

Sul suo carattere e su di lei ha rilasciato qualche parola lo zio avvocato: “Conosceva molto bene le lingue, aveva studiato anche in Canada durante il liceo, era una ragazza motivata e ambiziosa. Ed era serena”. Parole che confermano l’ipotesi del tragico incidente, così come la mancanza di biglietti d’addio.

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