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Liliana Segre | assegnata una scorta | le minacce ricevute fanno paura

Assegnata la scorta a Liliana Segre FOTO viagginews

Il Prefetto assegna a Liliana Segre scorta e protezioni del caso: una misura che si rende necessaria alla luce delle minacce ricevute dall’estrema destra.

La senatrice a vita Liliana Segre, testimone degli orrori perpetrati dai nazisti e dai fascisti durante la Seconda Guerra Mondiale, ha ottenuto una scorta fissa su diretta disposizione del prefetto di Milano, Renato Saccone. A motivare tale scelta hanno concorso le minacce ricevute dalla 89enne Liliana Segre da parte di alcuni rappresentanti di Forza Nuova. Dei militanti facenti parte del movimento di estrema destra hanno rivolto alla donna parole niente affatto gentili sia sul web che con uno striscione esposto nel corso di un evento pubblico al quale la stessa Segre aveva preso parte. Secondo la Prefettura del capoluogo lombardo, ci sarebbero dei rischi concreti per l’incolumità della senatrice, che da ragazzina venne deportata ad Auschwitz.

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Liliana Segre scorta, da non sottovalutare le minacce dell’estrema destra

La scorta di Liliana Segre consisterà nella presenza costante al suo fianco di due carabinieri, i quali le staranno accanto in qualsiasi suo spostamento. La notizia ha avuto una ampia risonanza in quanto desta scalpore l’impunità con la quale certi soggetti hanno potuto manifestare i propri concetti di odio, intolleranza ed antisemitismo (la Segre è ebrea, n.d.r.), fino al punto da rendere necessaria tale misura di sicurezza. La Procura di Milano ha anche avviato una inchiesta ufficiale per risalire all’identità di coloro che hanno rilasciato le minacce, ritenute concrete, a mezzo web. Per ora si indaga contro ignoti, con l’indagine affidata al Dipartimento Antiterrorismo. La Segre visse sulla propria pelle l’orrore delle leggi razziali promulgate dal regime fascista nel 1938, quando a soli 8 anni venne espulsa dalla scuola che frequentava. Il papà Alberto riuscì a nasconderla presso alcuni amici usando dei documenti falsi.

Lei sopravvissuta agli orrori dei nazisti e dei fascisti

Poi nel dicembre del 1943 provò a scappare con lei e con due cugini in Svizzera, ma vennero però rifiutati dalla polizia elvetica. A 13 anni, la Segre fu arrestata e detenuta per 40 giorni. Subito dopo seguì la deportazione al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Da lì in poi non rivide mai più il papà, che morì lì al pari dei nonni, rispettivamente ad aprile e giugno del 1944. Sul suo avambraccio presenta il numero di matricola 75190, tatuato dai nazisti. Dopo un anno di lavori forzati ed una estenuante marcia della morte, fu liberata dall’Armata Rossa di Russia il 1° maggio 1945, nel campo di concentramento di Malchow. Di 776 bambini italiani con meno di 14 anni, la Segre fu l’unica a sopravvivere assieme ad altri 24.

Salvatore Lavino

Classe 1985, giornalista pubblicista con una più che decennale esperienza nel settore e con migliaia di articoli prodotti in merito ai temi più disparati.

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