Daphne Caruana Galizia, chi è: storia della giornalista uccisa nel 2017

Daphne Caruana Galizia è stata una giornalista maltese, uccisa da una carica di tritolo nel 2017. Scopriamo chi è stata e l’importanza dei suoi articoli.

Daphne Caruana Galizia nasce nel 1964 e perde la vita nel 2017 a Bidnija, vicino alla sua casa. Un’autobomba imbottita di tritolo segna definitivamente la sua sentenza di morte, demolendo come stagnola la sua Peugeot 108. Daphne è così costretta ad abbandonare la sua famiglia: il marito Peter e i suoi tre figli Matthew, Andrew e Paul, ormai sotto scorta dopo il terribile attentato compiuto nei confronti della madre e moglie. La causa della sua morte e conciliabile alle scomode inchieste portate avanti dalla giornalista maltese, diventata troppo pericolosa per il mantenimento del élite autoritaria locale.

 

 

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Asesinan a Daphne Caruana, periodista que denunció los Panama Papers en Malta . . “Hay delincuentes dondequiera que mires. La situación es desesperada”, escribió en su blog este lunes la reconocida periodista maltesa Daphne Caruana Galizia (53). Pocas horas después, montó en un auto que había alquilado y que a pocos metros de su casa, explotó. Según informó la prensa local, la bomba era tan potente que hizo volar el vehículo por el aire y lo lanzó a un campo cercano. . #CaruanaGalizia había revelado que la mujer del presidente Muscat, Michelle, así como su ministro de Energía y su jefe de gabinete, tenían compañías #offshore. #panamapapers #libertaddeexpresion #asesinato #periodista

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Daphne Caruana Galizia, le inchieste e l’attentato

Essere una brava e grande reporter fu la pietra tombale della giovane Daphne. Le sue inchieste, lette da 400mila maltesi su 460mila, avevano portato a nuove elezioni. Aveva scoperto di innumerevoli paradisi fiscali, proprietà delle caste politiche della zona, e della società offshore panamense portata avanti dalla moglie del leader Muscat. Daphne fu la prima a lanciare pesantissime ombre sull’operato di Konrad Mizzi e Keith Schembri, rispettivamente capo dello staff di Muscat e ministro dell’Energia e della Salute. Nel luglio del 2019 vengono individuati tre probabili fautori dell’attentato, condannati all’ergastolo. Secondo le autorità loro sarebbero però soltanto le mani gestite da una mente più grande.
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