Alex Schwazer, 6 anni fa positivo al doping: così è finita la sua carriera

La vicenda di Alex Schwazer, 6 anni fa positivo al doping: così è finita la sua carriera, tra nuove squalifiche e il mistero delle urine.

Alex Schwazer ricevuto da Napolitano (foto Presidenza della Repubblica)

Il 6 agosto 2012, è una data che ha cambiato non solo la vita di Alex Schwazer, ma ha segnato l’inizio di una vicenda che ha coinvolto migliaia di appassionati di sport. Infatti, il campione olimpionico altoatesino è stato trovato positivo all’eritropoietina ricombinante in un controllo antidoping a sorpresa effettuato dall’Agenzia mondiale antidoping il 30 luglio. Mancavano pochi giorni alla marcia 50 km dei Giochi Olimpici di Londra. Ovvero la stessa specialità e la stessa distanza che lo avevano consacrato medaglia d’oro quattro anni prima a Pechino.

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Le squalifiche per doping di Alex Schwazer e i misteri sulle urine

Alex Schwazer, classe 1984, è stato sospeso dal Tribunale Nazionale Antidoping fino al gennaio 2016. Da quel momento in poi, la sua carriera si trasforma in un calvario: finisce al centro di un dibattito tra innocentisti e colpevolisti, che coinvolge l’intero mondo sportivo. Ma non finisce qui: la Ferrero decide di non rinnovare l’accordo di sponsorizzazione con l’atleta dopo quanto avvenuto. Da parte sua, il campione olimpionico a Pechino 2008, che fa parte dell’Arma dei Carabinieri, si presenta in caserma a Bologna e riconsegna pistola e tesserino; viene quindi sospeso dal servizio. Infine verrà congedato.

L’anno dopo, il Tribunale Nazionale Antidoping stabilisce per l’atleta una squalifica di 3 anni e 6 mesi, poi arriva anche il patteggiamento in sede penale: 8 mesi con una multa di 6mila euro. L’atleta non è l’unico a essere coinvolto nella vicenda doping che lo riguarda e spuntano così altre condanne per favoreggiamento. Nel 2015, intanto, Alex Schwazer ha ripreso ad allenarsi, ma sta per arrivare una nuova mazzata. Il 21 giugno 2016 viene diffusa la notizia della positività di un campione di urine prelevato il 1º gennaio 2016. Sono tracce di metaboliti di testosterone. Per lui la carriera è finita, la squalifica stavolta è di 8 anni, ma il campione si difende: stavolta non c’entra nulla e nuove analisi portate avanti nel luglio 2018 dal RIS di Parma fanno emergere che le urine potrebbero essere state sottoposte a manipolazioni. Quanto accaduto non è stato del tutto chiarito, intanto Schwazer ha dovuto ritirarsi e nel frattempo ha deciso di fare l’allenatore. Anche quest’ultima scelta è stata molto criticata.

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