Morta Imane Fadil, la grande accusatrice del processo Ruby: “L’hanno avvelenata”.
Sembra la trama di un film di spionaggio, un thriller degno di Dan Brown o Ken Follett. Invece è l’incredibile epilogo di una vicenda assurda. Imane Fadil, la testimone chiave del processo Ruby, quello nel quale è imputato Silvio Berlusconi insieme ad altre persone, è morta a soli 34 anni. La giovane ex modella si trovava ricoverata da un mese ed è deceduta senza che i medici riuscissero a salvarla. In base a quanto si apprende la Fadil è stata uccisa per avvelenamento da sostanze radioattive. E’ quanto emerso dagli esiti degli esami tossicologici disposti lo scorso 26 febbraio dai medici dell’Humanitas di Rozzano. La morte è avvenuta il primo marzo scorso ma solo oggi è stata resa nota. “Al decesso della paziente, il 1 marzo scorso, l’Autorità Giudiziaria ha disposto il sequestro di tutta la documentazione clinica e della salma. Il 6 marzo, Humanitas ha avuto gli esiti tossicologici degli accertamenti richiesti, lo ha prontamente comunicato agli inquirenti”, è questo il comunicato ufficiale emesso oggi dall’istituto sanitario lombardo.
Si aprono ora inquietanti scenari sulla vicenda e sull’intero processo Ruby. La vittima aveva chiesto di essere parte civile nel processo Ruby Ter ma i giudici le avevano negato questa opportunità. Recentemente aveva anche annunciato di aver pronto un libro nel quale avrebbe rivelato molti altri dettagli sulle ormai famigerate “cene eleganti” di Arcore.