Procedura di infrazione contro l’Italia: cos’è e come funziona

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(FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)

Procedura di infrazione per debito contro l’Italia: cos’è e come funziona, quali sono le tempistiche e quanto costa al nostro Paese.

Oggi l’Unione Europea ha bocciato la manovra economica italiana aprendo così di fatto la strada alla procedura di infrazione. “La nostra analisi – scrive la Commissione Europea – suggerisce che il criterio del debito deve essere considerato non rispettato. Concludiamo che l’apertura di una procedura per deficit eccessivo basata sul debito è quindi giustificata”. Ma cos’è e come funziona il meccanismo della procedura di infrazione?

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Cos’è e come funziona la procedura d’infrazione per debito

La procedura di infrazione per debito non è mai stata usata fino a oggi in Europa: una delle mosse delle autorità europee potrebbe essere quella di chiedere all’Italia riduzioni specifiche del debito, possibilmente entro tempi ridottissimi. I primi passi saranno mossi non prima del 22 gennaio: in quell’occasione, Ecofin ratificherà le raccomandazioni all’Italia. Una volta incassata la valutazione del Consiglio di Economia e Finanza, la Commissione potrà chiedere a Roma specifiche misure di risanamento dei conti pubblici.

Un passaggio obbligato sarà una manovra correttiva nei primi mesi del nuovo anno, ma soprattutto il rischio per le nostre finanze è la richiesta di una cauzione dello 0,2% del PIL, equivalente a circa 3,5 miliardi. Dovrà dunque essere messo in atto dall’Italia un duro percorso di rientro obbligato del debito pubblico e l’Ue potrebbe chiedere una manovra da 60 miliardi di euro. Ulteriori sanzioni, tra lo 0,2 e lo 0,5% del PIL, potrebbero poi scattare se l’Italia non riuscirà a stare al passo con il percorso imposto dall’Unione Europea.

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Le reazioni alla procedura di infrazione contro l’Italia

Diverse sono le reazioni politiche a quanto avvenuto in queste ore, a partire da quella dell’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che avverte: “Non è tanto il parere dell’Europa in se stesso che ci preoccupa, è il giudizio degli investitori e dei risparmiatori, che si sono già pronunciati in modo severo sulla politica economica del governo giallo-verde. Tutto questo mi convince sempre di più del fatto che questa maggioranza non sia in grado di andare avanti a governare il Paese. D’altronde i segnali in sede parlamentare confermano che l’accordo di potere fra Lega-M5s è ormai profondamente logorato”.

Dal fronte del governo, il ministro dell’Economia Giovanni Tria in una nota pubblicata sul sito del Mef sottolinea come ci sia la convinzione di avere il totale controllo dei conti pubblici: “Con rammarico prendiamo atto che la Commissione non ha ritenuto di condividere le ragioni del bilancio programmatico italiano. Restiamo convinti che il documento programmatico di bilancio assicuri il totale controllo dei nostri conti pubblici nei limiti della moderata politica espansiva resa necessaria dal rallentamento dell’economia europea ed italiana che noi vogliamo contrastare. Siamo altresì convinti che garantisca in ogni caso anche l’obiettivo della riduzione del rapporto debito-pil più volte ribadito dal governo”.

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