Stuprata selvaggiamente omette la denuncia per restare politicamente corretta

Stuprata selvaggiamente omette la denuncia per restare politicamente corretta
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Dopo essere stata stuprata in un parco da tre migranti, una giovane attivista tedesca ha celato la provenienza dei suoi aggressori per evitare che la violenza subita venisse strumentalizzata dai razzisti.

La storia che Selin Gören, portavoce del movimento giovanile del partito socialista tedesco Die Linke (lo Linksjugend Solid), ha raccontato dopo mesi di turbamenti interiori al quotidiano tedesco ‘Der Spiegel‘ da idea di come le idee politiche possano sovrastare alle volte il buon senso. La ragazza ha raccontato, nel luglio del 2016, infatti, che una sera di alcuni mesi prima aveva ricevuto in casa i parenti provenienti dalla Turchia e che dopo una sera a base di discorsi su Erdogan e di critiche ai curdi del Pkk aveva deciso di fare una passeggiata al parco. Proprio al parco la giovane è caduta vittima della brutalità di 3 uomini, tre immigrati, che l’hanno stuprata in gruppo prima di darsi alla fuga. La ragazza ha immediatamente denunciato l’aggressione, ma quando i poliziotti le hanno chiesto se si trattasse di migranti ha trovato Il loro atteggiamento razzista ed ha negato che si trattasse di immigrati mediorientali, sottolineando che alcuni di loro parlavano in tedesco.

Stuprata, omette la denuncia per mesi ma poi crolla psicologicamente

Secondo quanto riferito dallo ‘Der Spiegel’ e riportato da ‘Il Giornale‘ lo scorso 6 luglio 2016 la ragazza ha mantenuto il terribile segreto per mesi, continuando a manifestare il proprio sostegno per i profughi siriani, vittime di tante atrocità causate dalla guerra. Secondo quanto si legge sulle pagine del quotidiano tedesco, l’episodio che ha spinto la giovane a denunciare correttamente i propri aggressori sarebbe avvenuto durante un congresso del partito, durante il quale ha incontrato una vecchia conoscenza che le ha ricordato uno degli aggressori. Distrutta psicologicamente è crollata in un pianto disperato ed ha chiesto consiglio ad alcuni amici sul da farsi. Questi le hanno fatto capire che la denuncia era una questione di rispetto per se stessa e che il fatto che alcuni migranti le avessero fatto del male non significava gettare cattiva luce su tutti. Persuasa da quelle parole è riuscita a scindere tra l’aiuto e l’accoglienza ai migranti, profughi e rifugiati e la denuncia a persone (qualunque sia la loro provenienza) che commettono un reato e che in quanto colpevoli è giusto che vengano incriminati.

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