Michael Bublé parla della malattia del figlio: “Sono stato all’inferno”

Michael Bublé parla della malattia del figlio: "Sono stato all'inferno"
(Instagram)

Il cantante americano Michael Bublé parla del periodo in cui suo figlio Noah ha lottato contro un tumore, spiegando di aver sofferto le pene dell’inferno.

Adesso che il peggio sembra passato e che il figlio Noah (4 anni) sta meglio, Michael Bublé torna a parlare di se e di quel periodo che gli ha fatto pensare di abbandonare la musica per sempre. L’artista non riesce a dimenticare il dolore provato quando ha scoperto la malattia del figlio, né l’angoscia provata nel momento in cui questo si è dovuto sottoporre alle cure senza sapere quale sarebbe stato l’esito di quel percorso: “Sono stato all’inferno – racconta Michael – Non parlo molto di tutta la vicenda, nemmeno ai miei amici, perché mi fa troppo male”.

Michael Bublé confessa: “Ho pensato di lasciare la musica per sempre”

In una recente intervista concessa al ‘Herald Sun‘, Bublè dice del figlio e del dramma che ha vissuto: “Noah è mio figlio, è un supereroe e non ha bisogno di rivivere in continuazione quello che ha passato”, quindi torna a parlare delle sensazioni provate in quel periodo: “Ma io sono stato all’inferno. Anzi, forse l’inferno è un bel posto rispetto a quello che abbiamo dovuto affrontare” ed aggiunge: “Ho davvero pensato di lasciare la musica per sempre, ciò che conta è la famiglia e la salute dei miei figli è la priorità. Ogni cosa che riguarda la mia famiglia è semplicemente la priorità”.

Per fortuna tutto sembra essersi concluso per il meglio ed anche se il quadro clinico del piccolo è sotto costante osservazione, pare che il bambino si sia ripreso totalmente e possa tornare a vivere serenamente. Michael dal canto suo è tornato in tour con uno spirito rinnovato ed è sicuro che questa esperienza gli sia servita per ritrovare un amore che da qualche tempo era sbiadito, quello per la musica: “Questa vicenda mi ha permesso anche di avere la possibilità di innamorarmi di nuovo della musica, sono tornato a occuparmi di ciò per cui sono fatto”.

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