Fausto Brizzi torna sul set, le accuse di molestie sessuali sono dimenticate

fausto brizzi

Dopo il caso di violenze e molestie sessuali durante i provini, Fausto Brizzi torna sul set. Qualche mese fa il produttore fu travolto dalle accuse di una decina di attrici, al punto tale da costringere la Warner ad impedirgli di partecipare alla promozione del suo ultimo film “Poveri ma ricchissimi”. Contratto stracciato e silenzio assoluto. Oggi però Luca Barbareschi, che lo produce con la Casanova nell’ambito di un accordo triennale di quattro film “con star importanti”, ha scelto di intraprendere questo percorso produttivo, “condannando chi maltratta le donne ma anche gli assalti mediatici fino a condanna giudiziale”. Barbareschi ha parlato all’ANSA: “Brizzi è un talento, pieno di idee, di ambizione e capacità. Sarà sul set a metà agosto con il nuovo film, Modalità aereo” scritto con Paolo Ruffini che vedrà protagonisti lo stesso Ruffini e Pasquale Petrolo-Lillo.

La scelta di Barbareschi e della sua casa di produzione

Barbareschi parla anche della sua casa di produzione: “Due delle nostre fiction che proseguono con coerenza la storia editoriale della Casanova ormai con 35 anni di attività. E andiamo avanti così – prosegue Barbareschi che a Praga sta girando da attore Dormiremo da vecchi di Fabio Resinaro dal libro di Pino Corrias – con contenuti di cui andiamo fieri, come il film tv Io sono Mia, su Mia Martini e i pregiudizi mostruosi che le hanno avvelenato la vita, le cui riprese sono finite oggi”. Barbareschi tiene a ribadire la coerenza di Casanova, “la narrazione televisiva ha una grande responsabilità nel raccontare il paese e avere una visione del mondo. Conduciamo da anni una battaglia sul degrado tv, non sono un moralista ma contrario alla deriva populista cretina. Produttori per bene, e non sono l’unico, sono eroi della comunicazione vera dei contenuti non eterogestiti da qualche multinazionale. La responsabilità di questo nuovo governo sarà soprattutto sul racconto del paese, sulla costruzione dell’identità. E questo ha a che fare con la Rai, con la legge che obbliga a rispettare le quote di produzione nazionali, con gli investimenti che dovrebbero salire a 300 milioni di euro”.

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