Alta Velocità: addio ai 350 km all’ora, si resta sotto le 3 ore tra Roma e Milano

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Treni Frecciarossa alla Stazione Centrale di Milano (iStock)

Alta Velocità: addio ai 350 km all’ora, si resta sotto le 3 ore tra Roma e Milano. Non ci saranno i treni super veloci.

Da qualche anno era stato annunciato il treno ad Alta Velocità a 350 km orari, che avrebbe permesso di viaggiare tra Roma e Milano in poco più di due ore. I test erano iniziati nel 2015, ora però il Ministero dei Trasporti ha deciso di rinunciarvi.

Alta Velocità: addio ai treni a 350 km all’ora

Niente più treni a 350 km orari, il Ministero dei Trasporti ha chiuso il dossier sulla super Alta Velocità che avrebbe permesso di viaggiare in treno tra Roma e Milano in 2 ore e 20 minuti o poco più. I primi test erano iniziati a giugno del 2015 con l’arrivo del Frecciarossa 1000, treno poi entrato in pieno servizio e che attualmente viaggia a 300 km all’ora tra Milano e Roma, impiegando 2 ore e 55 minuti.

L’obiettivo ambizioso originario era quello di portare la velocità alle soglie dei 400 km orari, la velocità che il Frecciarossa 1000 (Etr 100)può raggiungere, per ridurre il viaggio tra la capitale e il capoluogo lombardo alle 2 ore, in aperta concorrenza con il trasporto aereo. Rimanendo sull’obiettivo più realistico dei 350 km orari il Frecciarossa 1000 avrebbe comunque ridotto a tempi record il viaggio in treno tra Roma e Milano e Italo Treno avrebbe poi fatto altrettanto.

Test erano stati effettuati anche tra Torino e Napoli.

In questi tre anni, però, di tempo ne è passato e qualcosa è cambiato. Saranno stati i test, sarà stata la sicurezza della linea ferroviaria, sta di fatto che il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e l’Ansf, l’agenzia per la Sicurezza ferroviaria, hanno detto addio alla possibilità di alzare la velocità media dei convogli Frecciarossa e Italo.

Dai test comunque, la velocità dei convogli avrebbe sfiorato e non raggiunto completamente la velocità di 350 km orari, portando la durata del viaggio in treno tra Roma e Milano a 2 ore e 40 minuti, ovvero 15 minuti in meno di quella attuale. Un guadagno di tempo marginale che deve aver fatto desistere Ministero e Ansf dall’azzardare una velocità che poteva essere rischiosa.

Due circolari, una del Mit e una successiva dell’Ansf sono state inviate nei giorni scorsi a Ferrovie dello Stato, Rete ferroviaria italiana, per comunicare che i viaggi in treno a 350 km all’ora, con un 10% di tolleranza per verificare l’effettiva tenuta di treni e strutture, non servono alla rete nazionale nonostante tutti i test fossero praticamente conclusi.

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Frecciarossa (GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images)

Dunque i 300 km orari saranno la velocità massima possibile percorribile sulla rete ferroviaria Italia. Salutando una volta per tutta – ma mai dire mai – al progetto voluto dall’ex ad di Rfi Mauro Moretti di sfidare i treni francesi, tedeschi e spagnoli.

La rinuncia al progetto della super alta velocità è dovuta ad una serie di ragioni di ordine pratico e tecnico. Il passaggio ai 350 km avrebbe richiesto un impiego eccessivo di denaro ed energie per ridurre la durata del viaggio tra Milano e Roma di appena 10 minuti o poco più, nonostante il progetto originario puntasse addirittura alla velocità record di 2 ore e 20 minuti.

Inoltre, la rete ferroviaria nazionale non presenta forse le caratteristiche di sicurezza necessarie per far viaggiare i treni a quella velocità record. Per fare un esempio, in alcune fasce orarie della giornata c’è una frequenza tale di treni ad alta velocità che transita sullo stesso binario un treno veloce ogni 15 minuti. Troppo rischioso far viaggiare con questa frequenza treni ancora più veloci, nonostante tutti i sistemi di sicurezza sulla linea ferroviaria.

Nei mesi scorsi i Frecciarossa 1000 avevano eseguito test di velocità fino a 385 km orari, poiché a 350 km ci si può arrivare solo dopo una serie di prove a velocità superiori del 10%, secondo le norme. Tutto cancellato, ora, ma non è detto che tra qualche anno non si cambi idea, magari rinnovando o implementando la rete ferroviaria italiana.

A cura di Valeria Bellagamba

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