Veronica Panarello, la difesa in aula: “Manca il movente del delitto”

Veronica Panarello
(screenshot video)

Veronica Panarello è accusa di aver ucciso nel novembre 2014 il figlioletto, Loris Stival, oggi parla la difesa in aula nel processo d’Appello: “Manca il movente del delitto”.

Era il 29 novembre 2014 quando il piccolo Loris Stival perse la vita, a Santa Croce Camerina, nel ragusano: per quella morte è stata condannata a 30 anni la mamma, Veronica Panarello, che però si è sempre proclamata innocente. La donna ha accusato della morte del piccolo il suocero e nonno del bambino, Andrea Stival, con il quale sostiene anche di aver avuto una relazione. Tesi a cui i giudici non hanno creduto nel corso del processo di primo grado. Intanto, è partito il processo d’Appello, che si avvia alle battute conclusive. L’avvocato di Veronica Panarello, Francesco Villardita, alla trasmissione Mattino Cinque ha riassunto quella che sarà la tesi dell’arringa difensiva, che si terrà oggi.

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La tesi dell’avvocato di Veronica Panarello

Stando alla tesi di Villardita, Veronica Panarello si sarebbe solo disfatta del corpicino del bimbo, ma non si sarebbe macchiata del reato di omicidio, attribuiito dalla difesa al suocero. In aula, non ci sarà Davide Stival, ex marito di Veronica Panarello. Assente anche Andrea Stival, contro il quale non è stato trovato alcun elemento anche se l’avvocato di Veronica Panarello anche oggi in aula è pronto a sostenere il contrario, a partire proprio dalla relazione clandestina tra suocero e nuora. Non si escludeva alla vigilia dell’udienza odierna che Veronica Panarello volesse rilasciare delle dichiarazioni spontanee. La Procura in Appello ha chiesto per lei la conferma della sentenza di primo grado.

L’avvocato di Veronica Panarello a Mattino Cinque

Ha spiegato il legale a Mattino Cinque: “Oggi è un giorno particolare, noi tenteremo di ribaltare la sentenza virando di 360 gradi. Si tratta di una sentenza assertoria, che copre dei vuoti logici”. E aggiunge: “Non può esistere un processo per omicidio di tale natura senza che ci sia un movente. Se in un processo come questo non c’è un movente, allora quello va ricercato nello stato psicologico e psichiatrico del soggetto che viene poi condannato”. Dunque, la tesi difensiva parte da questo assunto: la mancanza di movente.

L’avvocato spiega che a Veronica Panarello non sono state nemmeno riconosciute le attenuanti generiche, ma “in ogni caso noi dimostreremo che non lo ha fatto”. Veronica Panarello – spiega ancora Villardita – “sarà presente in aula ma non credo proprio che parlerà, in quanto non è stato concordato nulla e quello che aveva da dire lo ha detto in altre fasi del processo”. Il legale spiega infine che “non è validato il sillogismo secondo il quale Veronica Panarello è bugiarda, tutti i bugiardi sono colpevoli, dunque lei è colpevole”.

A cura di Gabriele Mastroleo

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