Egitto. Paura per la piramide Saqqara: l’incuria potrebbe rovinarla per sempre

Getty Images
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Si temeva che, da un giorno all’altro, una delle bellezze dell’Egitto, la piramide di Saqqara risalente a 4600 anni fa, potesse crollare a causa di imperizia che, secondo alcune indescrezioni, sarebbe già stata la causa di altri problemi alla splendida costruzione.

Egitto, terra dei faraoni e delle piramidi, di oasi nascoste tra le dune e deserti candidi, dove l’antico con i suoi templi e monumenti archeologici è sempre presente e i moderni palazzi di vetro e acciaio sorgono lungo le sponde del Nilo. Qui potrete perdervi tra rovine millenarie ricoperte di geroglifici o passeggiare per mercatini colmi di spezie, tessuti pregiati ed hennè, oppure salire su un cammello per una romantica passeggiata nel deserto, ma se tutto ciò non viene curato e si trova “abbandonato” tutto questo patrimonio rischia di scomparire.

Il ministro delle Antichità egiziane, Mamdouh Eldamaty,in giro per tutta la nazione per verificare lo stato dei vari siti archeologici ha invece rassicurato il mondo dichiarando, o meglio urlando, che la piramide non crollerà mai. Il proclama infatti è stato fatto dall’alto della piramide, prima di entrare per una visita alla camera centrale: “E’ tutto falso, i lavori sono in corso, erano fermi a causa dell’instabilità del Paese“. La piramide, dedicata al faraonoe Djoser si trova all’interno di uno dei siti archeologici più ricchi di tutta la nazione e che, giorno dopo giorno, continua a regalare sorprese. Infatti, solo l’anno scorso, sono state ritrovate le mummie di circa 8 milioni di animali usanza legata probabilmente al culto di Anubi la divinità mezza umana e mezza cane.

Tuttavia è abbastanza evidente che la piramide soffra di alcuni problemi strutturali piuttosto importanti visto che, per sorreggere alcune aree sono necessarie delle travi di acciaio e alcuni “airbag” per evitare l’affossamento di alcune parti della struttura. Questo nonostante il ministro Eldamaty sia nettamente in prima linea per il rilancio e il recupero dei siti archeologici egiziani che, fino a qualche anno fa erano considerati una delle prime entrate a livello di sostentamento per tutta la nazione.

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