Non crederete mai a che posto sia questo in foto

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Guardate bene questa foto. E’ un bel posto vero? Vi piacerebbe viverci per qualche anno? Ecco questo nella foto è un carcere, un carcere norvegese. A noi abituati alle foto dei nostri super affollati carceri ci sembra più un villaggio vacanze. Ma dalla Norvegia abbiamo tantissimo da imparare.

La Norvegia ci ha dato una durissima lezione di democrazia ed umanità proprio poco tempo fa quando il mostruoso assassino Anders Breivik, quello della strage di Utoya in cui massacrò 77  persone, ha chiesto un risarcimento allo Stato per le condizioni detentive inumane. E la Giustizia Norvegese gli ha dato ragione: le autorità dovranno risarcirlo di 35 mila euro per i 5 anni trascorsi in stretto isolamento.

Sembra una beffa, eppure come ha scritto Michele Serra su Repubblica, riguardo al trattare umanamente un mostro che non si merita nulla: “Non perché lui meriti la qualifica di essere umano, ma perché la meritano loro.
Non potrebbe esserci occasione più dolorosa, più difficile, più estrema, per mettere alla prova il vincolo che lega una democrazia a quei principi di rispetto dell’integrità dell’uomo – perfino di quell’uomo mostruoso – che è esattamente ciò che lui odia e vorrebbe distruggere, perché è un nazista che non crede nei diritti umani […] Non essere come loro è la nostra sola possibilità non solo di salvezza; anche di vittoria”.

Se vi suona tutto ingiusto alcuni dati. La Norvegia, rispetto all’Italia, ha il tasso più basso d’ Europa di recidiva, ossia di ex detenuti che ricommettono reati nei primi due anni dopo l’uscita dal carcere. Diceva l’ex ministro della Giustizia Paola Severino al Sole 24 Ore: “la recidiva di chi sconta la condanna con misure alternative è del 19%, mentre quella di chi sconta la pena chiuso in prigione sale al 68%”. La tolleranza zero produce effetti contrari: non funziona da deterrente, né spinge a non commettere più reati. Al contrario in Norvegia si cerca – per quanto possibile – di recuperare l’individuo rendendo il carcere un ambiente positivo e facendo lavorare il detenuto.

Nelle carceri norvegesi oltre a celle confortevoli dotate di tv e playstation è possibile utilizzare negli spazi comuni, la palestra, la biblioteca, il computer e partecipare ad attività ricreativi di tantissimi tipi.

 

 

 

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