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Treni pieni, valigie leggere, mappe salvate sul telefono. Le festività riportano in movimento il Paese: è quel brusio di partenze che si sente in stazione, in autostrada, nei bar delle aree di servizio. Non è solo vacanza: è un rito collettivo, un modo di ritrovare persone e luoghi, di misurare il tempo che cambia.
Le richieste arrivano presto ma la decisione resta vicina alla partenza. Le prenotazioni flessibili vincono. Gli alloggi diffusi e i B&B raccolgono domanda nelle città d’arte e nei borghi. I treni ad alta velocità registrano picchi, complice l’incertezza dei voli e il prezzo della benzina. L’esperienza conta: musei aperti fino a tardi, mercatini, trekking leggeri, degustazioni nei piccoli produttori.
A Napoli il fine settimana lungo diventa un classico d’inverno. Pizza, visite a Capodimonte, napoletani che consigliano il miglior caffè nel quartiere. A Bolzano i mercatini brillano ma molti cercano anche sentieri facili e rifugi raggiungibili in funivia. A Palermo si torna per il clima mite e per lo street food che non delude. È turismo breve, denso, con budget ragionati.
La maggior parte dei viaggi degli italiani resta in patria da anni, con una preferenza per mare, città d’arte e montagna a seconda della stagione. ENIT segnala da tempo l’interesse stabile verso le destinazioni italiane minori, trainate da eventi e food. Questi filoni tornano ora con più consapevolezza sul prezzo e sul valore.
Qui sta il punto centrale: durante le festività, si muovono circa 19,3 milioni di italiani e la maggioranza rimane nel Belpaese. La spesa complessiva stimata tocca i 16,3 miliardi di euro. Si tratta di valori comunicati per la finestra natalizia-capodanno da associazioni di categoria e osservatori del turismo; le metodologie possono differire e i dettagli di ripartizione non sono sempre pubblici. In assenza di una fonte univoca, indico il dato come stima aggregata, coerente con quanto rilevato negli ultimi anni da ISTAT, ENIT e Banca d’Italia sull’andamento della spesa turistica.
Primo: il turismo interno resta la spina dorsale del settore. Secondo: la spesa tiene, pur con scelte più oculate. Si taglia sul superfluo, si investe su ciò che migliora l’esperienza: un biglietto salta-fila, una guida locale, una cena di qualità. Terzo: cresce il mix tra alberghi e case vacanza, con una leggera preferenza per chi garantisce policy chiare e cancellazioni rapide.
Roma offre mostre blockbuster e concerti; Firenze riapre spazi restaurati; Milano allunga gli orari dei musei civici. Ma la vitalità arriva anche dai capoluoghi medi: Perugia, Lecce, Trieste vivono un bel rimbalzo grazie a collegamenti ferroviari più frequenti e a calendari culturali spalmati su più giorni.
Capitali vicine, qualche voli low cost a incastro, attenzione ai costi extra. Bankitalia nelle sue note sulla bilancia dei pagamenti conferma che la spesa dei residenti all’estero è sensibile ai prezzi e al cambio. Nulla di nuovo, ma oggi la prudenza pesa di più nelle scelte.
Il cliente chiede trasparenza. Vuole sapere se il museo è aperto il 1° gennaio, se il treno serale è garantito, se l’hotel ha davvero il parcheggio. Piccole certezze che fanno la differenza e che fidelizzano.
Forse l’idea che viaggiare, in queste festività, non è fuga ma cura del proprio paesaggio interiore. Un binario, una luce di città vista dalla finestra del treno, una tavolata rumorosa. Qual è l’immagine che porterai con te al rientro?