Picchia soccorritore del 118: “Spostati devo entrare in discoteca”

Un soccorritore 50enne del 118 è stato aggredito fuori da una discoteca a Porto Cervo, in Sardegna. L’aggressore è un 32enne di Roma.

Pietro Paolo Cossu è il nome dell’operatore del 118 aggredito davanti ad una discoteca, mentre cercava di prestare soccorso ad un ragazzo che si era sentito male. L’uomo è stato aggredito da un turista davanti ad un famoso locale della Costa Smeralda, il “Just Cavalli”, la notte di ferragosto. Il primo a raccontare l’accaduto è Il Corriere della Sera. Tutto è successo verso le 5 del mattino: l’ambulanza si è fermata all’ingresso del locale per facilitare il soccorso di un ragazzo che, colpito da un malore improvviso, aveva perso i sensi cadendo a terra. La situazione è stata resa particolarmente difficile da un turista, un 32enne di Roma, che ha iniziato a lamentarsi poiché l’ambulanza bloccava l’entrata della discoteca. Non sono state pubblicate le generalità dell’uomo. L’uomo ha iniziato a lamentarsi a bordo della sua automobile, quando ha urlato “Mi avete rotto, sgombrate, mi state rovinando la vacanza!”, ed è diventato violento una volta sceso dall’auto. Alla richiesta di portare pazienza da parte degli operatori ha reagito colpendo uno di loro con un pugno, per poi risalire sulla sua vettura e fuggire via, rischiando di travolgere alcuni presenti.

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Soccorritore aggredito fuori dalla discoteca Just Cavalli, a Porto Cervo

bambina morta

A ricevere il colpo è stato lo sfortunato Pietro Paolo Cossu, 50 anni, che ha riportato una frattura scomposta al setto nasale. La frattura di Cossu guarirà con 15 giorni di cure, mentre il turista è stato denunciato ai carabinieri di Porto Cervo per interruzione di pubblico servizio, lesioni e altri reati. Cossu ha raccontato l’accaduto: “Ci hanno chiamato verso le 5:00. Un ragazzo era fuori della discoteca, sembrava in coma etilico. Abbiamo iniziato a soccorrerlo. È arrivata questa Mercedes gialla, cercava di infilarsi rischiando di investire anche il ragazzo a terra. Ho detto all’uomo che guidava: non c’è spazio, siamo in emergenza, ma finiamo subito. Lui gridava e a un tratto ha detto: “Mi avete rotto i coglion* sgombrate, mi state rovinando la vacanza”. Ha aperto lo sportello e mi ha sferrato un pugno. Ho provato a proteggermi con le braccia, siamo scivolati per terra. Sono intervenuti i buttafuori e hanno evitato che finisse in zuffa. Lui mi insultava: “Ti aspetto, non ti basta? Vieni che ti do il resto”. Io non ho reagito, sarei passato dalla ragione al torto”.

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