“Corona”, in cantiere il primo lungometraggio sul Covid-19

Corona è la prima pellicola a parlare apertamente dell’emergenza Covid-19 nel mondo. Scopriamo insieme tutte le curiosità sul film iraniano.

In un momento storico in cui restare uniti è un bisogno fondamentale, il regista iraniano Mostafa Keshvari decide di raccontare la storia di una pandemia globale in un minuscolo ascensore con Corona. Approfondiamo insieme la trama del film.

Corona, trama e curiosità sul film iraniano

“Il Covid-19 è stato denominato all’inizio ‘virus cinese’. Ma ora colpisce tutti, non esiste un problema razziale. Ora la razza umana deve unirsi per sconfiggerlo. Il virus non discrimina, perché dovremmo farlo noi?”.

Un ascensore inceppato, questo è l’escamotage usato da Mostafa Keshvari per raccontare la fobia intorno al Covid-19, virus che in questi mesi a portato allo stremo il sistema sanitario globale. È un giorno qualunque in un palazzo quando una ragazza cinese, interpretata da Traei Tsai, rimane intrappolata insieme a numerosi estranei in un ascensore: la paura del virus comincia allora a condizionare i presenti. Nel trabiccolo troveremo anche altri personaggi degni di nota, ognuno la maschera di una determinata classe sociale o fazione: dal proprietario del palazzo all’addetto alle riparazioni, sino al suprematista bianco della palazzina. Il senso dell’intera opera è abbattere i muri del pregiudizio: il virus non appartiene e non è il crimine di nessuna nazione.

I dietro le quinte

La pellicola è stata girata in pochi giorni con una troupe di sole venticinque persone. L’idea sarebbe nata dallo stesso regista, trovatosi in un’ascensore a pochi giorni dalla notizia del Covid-19.

“Pensavamo sarebbe passata in fretta. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare tutto questo.” 

Quando ultimato, il film sarà diffuso via streaming e sarà reso accessibile a tutti. Ecco il trailer del film:

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