Antartide è l’unico luogo al mondo libero dal Coronavirus, ma è caldo record

Antartide è l’unico continente al mondo non colpito dal Coronavirus, ma è caldo record.

antartide mondo coronavirus
Antartide (AdobeStock)

Esiste un posto al mondo dove il Coronavirus non è arrivato, si tratta addirittura di un continente: è l’Antartide. Questa landa desolata di 14 milioni di km2, per lo più ricoperta dai ghiacci e abitata da poche migliaia di ricercatori stagionali, non è stata colpita dalla pandemia di Covid-19 che sta imperversando nel mondo.

Qui i ricercatori, che stanziano nelle basi scientifiche di diverse Nazioni, sono arrivati lo scorso ottobre, per la stagione primaverile ed estiva antartica, quindi nessuno di loro è entrato in contatto con il virus che si è diffuso dalla città cinese si Wuhan lo scorso dicembre.

Chi si trova in Antartide in questo periodo è la persona più sicura al mondo, almeno dal Coronavirus, tanto da fare apparire per il momento secondari i rischi che comunque si corrono in questa terra gelida e aspra. in Antartide le persone possono ancora stare vicine e abbracciarsi. Un privilegio che la stragrande maggioranza delle persone nel mondo fuori non ha.

Non è però tutto oro quello che luccica. Nel continente dei ghiacci si sono registrate già dallo scorso inverno temperature troppo elevate, in alcuni punti anche fino a 20 gradi. Un pericolosissimo segnale dell’avanzamento del riscaldamento globale, un’altra grave minaccia che per il momento abbiamo accantonato ma che è sempre è sempre pronta a minacciare l’ecosistema della Terra e la nostra stessa vita.

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Antartide unico luogo al mondo libero dal Coronavirus

Le persone più sicure al mondo dal Coronavirus sono quelle che in questo momento di trovano in Antartide, l’unico continente che non è stato raggiunto dall’infezione. L’isolamento tipico di questa parte della Terra, ricoperta dai ghiacci e luogo più freddo e inospitale del pianeta, ha impedito l’arrivo del virus. In Antartide, infatti, vivono per alcuni mesi durante l’anno i ricercatori delle diverse spedizioni nazionali e internazionali che stanziano nelle basi scientifiche che appartengono ai vari Paesi. Sono circa 4mila ricercatori, tra scienziati e medici, che raggiungono il continente per la stagione primaverile ed estiva antartica per condurre studi ed esperimenti. Di solito arrivano a ottobre e ripartono a febbraio/marzo, prima del terribile inverno antartico, quando stare qui è davvero pericoloso. Sul continente rimangono comunque circa mille abitanti stanziali.

Base italo-francese Concordia in Antartide (www.italiantartide.it)

Essendo arrivati in Antartide lo scorso ottobre, i ricercatori italiani delle basi Concordia, italo-francese, e Mario Zucchelli, italiana, hanno evitato l’epidemia di Coronavirus e sono molto più al sicuro là tra i ghiacci che non in Italia. Essendo finita la missione, molti di loro stanno rientrando in Italia, dove troveranno un Paese molto diverso da quello che hanno lasciato. Le missioni in Antartide possono durare dai 6-7 mesi ai 9 mesi e in alcuni casi anche un anno.

Da luogo più ostile della Terra, dove durante l’inverno l’oscurità della notte antartica pervade tutto e le temperature scendono fino a 80 gradi sotto zero e 90 con il vento, l’Antartide è paradossalmente il luogo meno minaccioso e dove si può uscire liberamente, per quanto pericoloso. È il luogo, poi, dove le persone possono ancora abbracciarsi liberamente senza la paura di contagiarsi.

Una terra “immacolata” dove, tuttavia, non mancano i problemi legati in primo luogo alle temperature eccessive che rischiano di sciogliere i ghiacci perenni e compromettere l’ecosistema dell’intero continente. Già nel mesi scorsi erano state rilevate temperature massime addirittura vicine ai 20 gradi Celsius. Troppo anche per la stagione estiva.

A lanciare l’allarme è stata la stazione scientifica australiana di Casey, nella parte orientale del continente, net territorio antartico australiano. Tra il 23 e il 26 gennaio sono state rilevate temperature massime e minime estreme. Nell’Antartide settentrionale sono state registrate massime fino a 18,3 gradi Celsius, mentre alla stazione di Casey sono state registrate massime superiori a 7,5 ° C e minime sopra lo zero. Il record è stato raggiunto il 24 gennaio, con il valore più alto per la massima, 9,2 gradi, circa 7 gradi in più della media per la temperatura massima della stazione. Mentre la mattina del 25 gennaio è stato osservato il valore più alto per la temperatura minima, 2,5 gradi.

La registrazione delle temperature è riportata in uno studio pubblicato sulla rivista Global Change Biology, citato da Ansa, in cui si evidenzia i rischi di temperature così elevate per le piante e gli animali che popolano questo territorio e che adattati alle condizioni di freddo estremo antartico possono andare incontro a stress termico.

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Antartide, iceberg (iStock)
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