Morte Dj Navi: “Non si è impiccato, lo hanno ucciso”

Morte Dj Navi
(Websource)

C’è una svolta nelle indagini sul caso Dj Navi, il ragazzo salentino trovato impiccato nel 2015. Secondo il criminologo ingaggiato dalla famiglia infatti i segni sul corpo del giovane sono incompatibili con un suicidio.

Nel 2015 il corpo senza vita di Ivan Ciullo, in arte ‘Navi‘ (dj salentino di 34 anni), è stato trovato nelle campagne di Acquarica del Capo, impiccato ad un ulivo. Data la scena del crimine si è pensato immediatamente che si fosse trattato di un suicidio e le indagini fin ora vertono in quella direzione, tanto che è già stata presentata in due occasioni la richiesta di archiviazione. La famiglia di Ivan, però, è convinta che il figlio non avrebbe mai compiuto un simile gesto e per provarlo ha affidato le indagini, su suggerimento dell’avvocato Francesca Conte, all’esperto criminologo Roberto Lazzari. Secondo l’analisi del criminologo, gli indizi sul cadavere e sulla scena del crimine indicherebbero che Ivan non abbia posto fine alla propria vita, ma che qualcuno lo ha strangolato e poi abbia simulato il suicidio per depistare le indagini.

Morte Dj Navi: l’esperto forense della famiglia avanza l’ipotesi dell’omicidio

Stando a quanto si legge sulla relazione del dottor Lazzari i segni sul collo del ragazzo non sarebbero compatibili con quelli dell’impiccagione e che non si è arrivati a questa conclusione prima per negligenze operative e lacune investigative. Secondo Lazzari infatti sarebbero numerosi gli indizi che portano a pensare che Ivan non abbia commesso un suicidio: in primo luogo i segni sul collo che sono orizzontali e di spessore minore rispetto a quelli che avrebbe lasciato il cavo utilizzato per l’impiccagione. Nella stanza in cui è stato trovato il ragazzo, inoltre, ci sarebbe segnali di 3 differenti calzature, segno che con lui c’erano altre persone, mentre sullo sgabello che avrebbe utilizzato per impiccarsi non ci sono segnali di calzature (come ha fatto il giovane a salire senza lasciare tracce?). A questi indizi si aggiunge la presenza di ipostasi sul corpo che sarebbero incompatibili con una morte per suicidio.

Spetta al pm incaricato del caso decidere se riaprire le indagini sulla base di queste rivelazioni. Intanto la famiglia di Ivan ha denunciato la polizia ed il pm Ruggiero alla procura di Potenza dopo che quella di Lecce ha disposto l’archiviazione del caso. Pertanto la procura salentina ed il pm si trovano sotto indagine per omissione di atti d’ufficio.

Leggi le nostre notizie anche su Google News.

Impostazioni privacy