20enne morto a Roma mentre aspettava trapianto: aperta un’inchiesta

morto Policlinico Umberto I
Policlinico Umberto I (Getty Images)

Aperta un’inchiesta sul ragazzo morto a Roma in attesa di un trapianto: disposta l’autopsia 

Iniziano le indagini per capire cosa è accaduto a Giuseppe Esposito, il ragazzo di 20 anni morto a Roma mentre aspettava un trapianto di polmoni. Il giovane è deceduto il 17 maggio mentre attendeva di essere sottoposto a un trapianto presso il Policlinico Umberto I. La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta sul caso e il pm Roberto Felici ha disposto l’autopsia sul corpo del giovane, che era affetto da fibrosi cistica e attendeva il trapianto di polmoni. Disposto anche il sequestro del macchinario cui Giuseppe era collegato, del suo cellulare e della cartella clinica. Attesi i risultati degli accertamenti entro sessanta giorni. Sulla vicenda è intervenuta anche la Regione Lazio, che ha chiesto al Centro regionale rischio clinico (Crrc) una relazione per “avere un quadro completo della situazione”. Giuseppe era ricoverato al Policlinico dal 5 maggio, doveva fare delle analisi per verificare la possibilità di un trapianto di polmoni. Ma la situazione è precipitata in breve e si è complicata fino a portare alla sua morte.

Giuseppe, il ragazzo morto a Roma prima del trapianto: “Mi stanno uccidendo”

Non si danno pace adesso i familiari di Giuseppe Esposito, il ragazzo di 20 anni affetto da fibrosi cistica morto a Roma mentre aspettava un trapianto di polmoni. I genitori hanno denunciato l’ospedale e adesso chiedono giustizia. Così a ‘Il Tempo’ racconta la storia sua sorella Michela: “Giuseppe ha inviato un messaggio a mia madre chiedendo di denunciare tutti, perché lo stavano uccidendo. Ci siamo precipitati in ospedale e abbiamo visto che il problema era legato al macchinario, l’Ecmo che serve per abbassare il livello di anidride carbonica nel sangue, che aveva il filtro da sostituire”. Cosa che evidentemente non è stata fatta. Il giovane Giuseppe Esposito è spirato la mattina del 17 maggio. “Mio fratello era lucido e vigile – continua Michela – poi gli hanno fatto una tracheotomia, era il 13 maggio. Da lì in poi la situazione è peggiorata, finché non è precipitata del tutto. Alle 7.20 del 17 maggio è stata dichiarata la morte di Giuseppe”.

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