Berlusconi riabilitato, alle prossime elezioni può fare il candidato premier

Berlusconi riabilitato, alle prossime elezioni può fare il candidato premierSilvio Berlusconi è stato completamente riabilitato dal Tribunale di Sorveglianza, adesso potrà nuovamente concorrere alle elezioni.

Arriva come un fulmine a ciel sereno la sentenza del Tribunale di Sorveglianza che stabilisce la conclusione del divieto alla candidatura di Silvio Berlusconi. La domanda di riabilitazione era stata presentata dai legali dell’ex presidente del consiglio lo scorso 12 marzo, 4 giorni dopo la conclusione dei sei anni di espiazione della pena previsti dalla legge Severino. Questa, infatti, prevede che il candidato non è presentabile per i sei anni successivi ad una condanna penale superiore ai due anni di carcere. Il leader di Forza Italia era stato condannato per frode fiscale nel 2013 in merito alla questione diritti tv che vedeva implicata Mediaset. Al momento, dunque, sarebbero passati solamente 5 anni, ma i legali di Berlusconi sono riusciti ad ottenere uno sconto facendo presente che la pena è stata imposta retroattivamente.

Berlusconi riabilitato, l’ombra del caso Ruby

Sebbene l’ex Cavaliere del Lavoro sia da qualche ora ufficialmente riabilitato per legge e possa concorrere legittimamente alle prossime elezioni in qualità di candidato premier, su di lui pende ancora una pesante spada di Damocle. La riabilitazione, infatti, è concessa a coloro i quali abbiano espiato completamente la colpa (cosa effettivamente successa) e che abbiano dimostrato nel corso degli anni di rispettare la legge italiana senza incorrere in ulteriori pene o comportamenti scorretti.

Quest’ultimo punto è quello delicato, Berlusconi infatti è ancora sotto processo per il caso sulle Ruby. Più precisamente è sotto processo con l’accusa di corruzione in atti giudiziari  nel processo relativo a Karima El Mahroug (una delle ospiti delle tante cene di Arcore), per il quale è stato definitivamente assolto dall’accusa di prostituzione minorile e concussione. Secondo l’accusa, infatti, l’ex premier avrebbe pagato una ventina di testimoni per dichiarare il falso sulle ormai celeberrime cene nella tenuta di Arcore. Ciò nonostante la riabilitazione è stata concessa, poiché la Corte di Cassazione sancisce che non ci sono limitazioni alla stessa qualora non ci siano pendenze di procedimenti penali.

Fabio Scapellato

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