Intervista a Concetta Nostro, Centro Nazionale Terremoti: “Non è finita. Impossibili previsioni”

Intervista a Concetta Nostro, sismologa del Centro Nazionale Terremoti, sulla situazione e la previsione dei terremoti in Italia

Il terremoto di stamane all’alba al confine fra Umbria e Marche ha fatto tornare il terrore fra la popolazione. Il sisma di magnitudo 4.6 avvenuto alle 5.11 con epicentro a due chilometri di distanza dal piccolo comune di Muccia,nella zona del Maceratese a ridosso degli Appennini, è stato sentito distintamente in Umbria, ma anche in un’ampia zona che comprende le provincie marchigiane di Pesaro, Ancona e poi nel Lazio e perfino a Roma.

Fortunatamente non ci sono stati feriti e nemmeno ingenti danni: al momento comunque è in corso la verifica di agibilità degli edifici. La linea ferroviaria che era stata chiusa subito dopo il terremoto e stata riaperta alle 11.00 di stamane. A Muccia, il paese più vicino all’epicentro, è crollato l’antico campanile della chiesa risalente al ‘600. La maggior parte degli abitanti risiedono però nella casette post terremoto le quali hanno retto al sisma.

La zona colpita da questo ennesimo sisma è sempre la stessa, ovvero quella porzione di Italia Centrale a ridosso degli Appennini, al confine tra Umbria, Marche e Lazio. La gente del posto è ormai esausta: da quel  tragico 24 agosto 2016 sembra che la terra non smetta più di tremare.

Intervista a Concetta Nostro, Centro Nazionale Terremoti: “Ci dimentichiamo che siamo un paese sismico. Impossibili previsioni”.

Ed è effettivamente così, come ci ha confermato in esclusiva ai nostri microfoni la sismologa Concetta Nostro dell’INGV, Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia e Centro Nazionale Terremoti.
“E’ ancora in atto la sequenza iniziata due anni fa. L’energia sviluppatasi in quella zona è ancora molto potente e questo che vediamo accadere in Italia centrale è un normale andamento. La situazione non si è ancora ristabilita com’era prima del 24 agosto 2016. Ci vorrà ancora del tempo prima che la sequenza si esaurisca”.

Il timore è che questi terremoti siano precursori di qualcosa di più forte e catastrofico. 
“I terremoti di forte entità avvengono dentro o fuori da una sequenza. La sola sequenza non è un indicatore di quello che avverrà, non possiamo escludere quindi che avverrà un sisma di forte magnitudo, né il contrario”.

La sensazione fra la popolazione è che da qualche anno a questa parte i terremoti siano aumentati. Ma è solo una sensazione – di cui i media sono responsabili dato l’enfasi data ad ogni sisma anche di bassa magnitudo – o effettivamente sta succedendo qualcosa di diverso?
“La sismicità non è aumentata. Basta andare a vedere lo storico dei terremoti dall’inizio del ‘900 ad oggi: i terremoti ci sono sempre stati e in Italia sempre ci saranno. Anzi ad inizio secolo sono stati più dei bombardamenti della guerra. Adesso i media enfatizzano e danno risalto creando un enorme cassa di risonanza per qualcosa che è sempre avvenuto. Ci dimentichiamo troppo spesso che l’Italia è un Paese fortemente sismico. I terremoti sono un evento naturale: è come pensare che cesseranno le piogge, non finiranno, come non finiranno i terremoti”.

La Mappa della pericolosità sismica si aggiorna. Perché? 
“La mappa della pericolosità sismica tiene contro della sismicità dell’aerea, ma anche di altri fattori. Ad esempio la Lombardia che non si trova in una zona sismica risente però dei terremoti che possono avvenire in Emilia Romagna. Essendo la Lombardia altamente urbanizzata la popolazione è esposta ad un rischio”.

Riguardo zone altamente urbanizzate vediamo Roma. La Capitale si trova a non più di 100 km dagli Appennini e vicino ai Colli Albani. Ci sono dei rischi?
“Roma è sufficientemente distante dagli epicentri in cui sono avvenuti i terremoti più catastrofici degli ultimi anni come L’Aquila ed Amatrice, ma si trova vicino alla zona vulcanica dei Colli Albani di cui ne risente fortemente. Il territorio geologico di Roma funge poi da cassa di risonanza: la valle del Tevere e tutte le zone alluvionate sono dei forti amplificatori delle scosse”.

Negli Stati Uniti si parla e si aspetta con paura il Big One, un terremoto catastrofico che riguarderebbe tutta la zona di San Francisco.
“In quella fascia si trova la faglia di Sant’Andrea ed è una zona ad altissima sismicità. Che avvenga un terremoto di alta magnitudo è estremamente probabile. La differenza fra noi e gli statunitensi è che loro si ricordano di avere a che fare con un Paese sismico, noi no”.

Ma è possibile prevedere i terremoti?
“No, ancora no. E’ quello su cui si sta lavorando e che ci auguriamo un giorno sia possibile. E’ quello a cui vorrebbe arrivare ogni sismologo”.

 

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